Chiasso

Dici Carlo Benzoni e pensi alla micologia

La società chiassese che porta il nome dello studioso, aiuta da generazioni i ricercatori di funghi. Per i suoi 60 anni di vita si è pronti a festeggiare

La collina del Penz spesso si anima di fungiatt
(Ti-Press)
19 marzo 2024
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È un punto di riferimento per tutti i ‘fungiatt’ di Chiasso. Anzi, lo è per tutti gli studiosi e amanti dei funghi in Ticino e non solo. La Società micologica Carlo Benzoni si appresta a iniziare il suo 60esimo anno di attività, mantenendo sempre il suo spirito di condivisione del sapere nei confronti di tutte le persone che, anche occasionalmente, vanno a caccia di funghi.

Oltre sessant’anni di passione

Come ci spiega Francesco Panzini, da oltre 13 anni presidente della micologica, «Carlo Benzoni era nato nel 1876 e fu un micologo autodidatta. Nel 1927 pubblicò sul Bollettino della Società ticinese di scienze naturali 12 dispense dal titolo ‘Contribuzione alla conoscenza dei principali funghi mangerecci e velenosi del Canton Ticino’ e, pochi anni dopo, nel 1929, fondò a Chiasso la prima Associazione micologica che aderì all’Unione Svizzera società micologiche del quale divenne anche socio onorario». Dopo qualche anno di interruzione dell’attività sociale e del declino della prima società, nel 1938 Benzoni non si fermò e creò il ‘Pilzclub Chiasso Sektion Tessin’ che si dissolse a seguito della morte del padre della micologia del Mendrisiotto nel 1961. La passione a Chiasso per i miceli però ormai era insita nei suoi abitanti. Ed ecco che nel 1964 ripresero le attività, questa volta con il nome di ‘Carlo Benzoni’ per ricordare i lavori compiuti da lui come la descrizione di almeno 113 gasteromiceti e 930 imenomiceti. «A ben guardare – sottolinea Panzini –, si può dire che l’attuale ricorrenza per la Smcb nel 2024 sarà sessantennale, ma la vita della micologica in questa regione si sta avvicinando a un altro importante traguardo».

Anche i funghi migrano

Per Panzini, come tanti altri amanti dei funghi, la micologia è una passione che si porta dietro fin dall’infanzia: «Ho iniziato a cercare porcini con i miei genitori. Poi questo tipo di fungo era sempre più difficile da trovare, anche a causa dell’aumento degli stessi cercatori. Allora decisi di allargare gli orizzonti e comprai un libro sul tema per fissare le basi, perché senza una adeguata formazione non è così semplice. In seguito, sono entrato nella società chiassese. Adagio adagio le mie conoscenze si sono ampliate e anche se è stata una strada in salita, mi ha regalato tante soddisfazioni». Alla Smcb c’è anche una sezione preposta come commissione scientifica: il suo compito principale è studiare e catalogare i funghi che alle nostre latitudini sono sempre di più variegati a causa del movimento delle genti tra un continente e l’altro. «Quando troviamo dei funghi, se sono i classici che tutti conoscono non ci sono problemi, mentre, come sempre più spesso accade, se ne troviamo di alquanto sconosciuti o anche alcuni esemplari rari ecco che interviene la commissione». Il loro primo passo «è segnalare l’avvistamento nell’applicazione per telefoni di ultima generazione Florapp che permette anche di registrare sul posto di raccolta il ritrovamento, di inserire le coordinate e la foto del fungo trovato. In seguito in taluni casi li analizziamo con il microscopio». Così come è stato il caso per «un Clathrus molto particolare (un genere di fungo rossiccio che si nutre di materia organica morta, ndr) che proviene dall’Australia. Fino a qualche anno fa non era neanche immaginabile trovarli, ma bisogna rendersi conto che basta semplicemente camminare dove ci sono delle spore di questi funghi, poi con gli scarponi le portiamo in giro e se queste trovano un ambiente adatto, madre natura fa il resto. Bisogna però ricordare che spesso (come il Clathrus, ndr) si tratta di funghi non commestibili».

La formazione per i neofiti

Gran parte dei ticinesi si è già vestita da ‘fungiatt’ e ha girovagato per qualche bosco alla ricerca dell’ingrediente principale per la cena seguente. Spesso, a causa della non conoscenza del micete, un neofito preferisce lasciare lì il suo potenziale bottino per non rischiare una qualche intossicazione e puntare solo sui porcini. Per ampliare lo spettro della scelta e rendere il piatto più variegato, la Smcb organizza dei momenti informativi e delle gite: «Durante l’anno facciamo delle serate a tema nelle quali proiettiamo delle foto e spieghiamo differenti tipologie di funghi. Nel passato abbiamo anche ideato dei corsi appositi, ma ci siamo resi conto che servivano a poco, dunque abbiamo optato per delle passeggiate a tema. Andiamo in diversi luoghi del Ticino e spieghiamo quello che troviamo sul terreno, questa è la miglior palestra». Le passeggiate hanno più seguito nei mesi di agosto e settembre, sempre a causa dei famigerati boleti, «ma nei prossimi giorni arrivano già le prime spugnole, poi ci sarà il fungo di San Giorgio e successivamente i primi porcini e le chanterelles».

Il nuovo calendario 2024

Come di consueto, le attività della micologica inizieranno lunedì 18 marzo alle 20.30 con l’assemblea ordinaria. Il primo evento che potrà interessare di più al pubblico sarà esattamente una settimana dopo con la presentazione di alcune fotografie scattate da Roberto Gatti, Luca Maestretti, Carlo Roth, Marco Valsangiacomo e dallo stesso Panzini. Il calendario nel primo periodo dell’anno sarà fitto – maggiori informazioni sulle attività previste è possibile trovarle sul sito smcb.ch –, ma da segnalare c’è il 13 aprile l’annuale pulizia della ‘Sosta dal fungiatt’ e il 21 aprile la prima gita di sgranchimento prevista nel Malcantone. Con l’inizio della stagione più movimentata, dal 19 agosto tornano le serate del lunedì aperte a tutti, mentre a conclusione, o quasi, domenica 13 ottobre a Pedrinate verrà celebrato il 60esimo della Smcb.

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