Mendrisiotto

Valle di Muggio: spazio pubblico, benessere degli anziani

Summer School, studenti e architetti all’opera: un passo in più a favore dell’interazione degli abitanti di Campora, Casima, Muggio, Cabbio e Bruzella.

Gli studenti di Summer School all’opera
(Ti-Press)
30 giugno 2022
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Revealing encounters o incontri rivelatori. È questo il nome del progetto di studio volto a valutare il potenziale dello spazio pubblico come elemento in grado di favorire l’interazione e lo scambio sociale tra gli abitanti della valle di Muggio e, in particolar modo, dei villaggi di Campora, Casima, Muggio, Cabbio e Bruzella. Alla settimana di studio, o Summer School, hanno partecipato studenti provenienti dal Politecnico di Zurigo, dall’accademia Mendrisio, da Barcellona, da Harvard e da Anversa. Lo studio, nato sullo slancio del progetto pilota di Monte – sarà inaugurato a ottobre e volto alla rivisitazione in chiave architettonico-urbanistica del paese per migliorare la qualità di vita degli anziani che vivono in periferia o in luoghi discosti – è stato organizzato dagli architetti Rina Rolli e Tiziano Schürch dello studio di architettura studioser di Zurigo. Una settimana di ricerca dedicata all’approfondimento delle problematiche come la solitudine e l’invecchiamento demografico nelle realtà periferiche. L’obiettivo? Studiare il potenziale dello spazio pubblico, in particolar modo i nuclei storici, come elemento in grado di favorire l’interazione e lo scambio sociale tra gli abitanti della valle.

Uno studio, più fasi

I sedici studenti, provenienti da diverse latitudini, «si sono occupati, nella fase preliminare, dell’analisi e osservazione degli spazi – ha spiegato Tiziano Schürch –. Prima di intervenire occorre infatti studiare, capire come le persone vivono questi luoghi. Abbiamo insistito affinché gli studenti conoscessero la storia e le abitudini della popolazione del luogo, per far si che gli interventi fossero il più pertinenti possibile, non solo dal punto di vista formale. Ciascuno dei cinque villaggi è stato analizzato da un gruppo di tre studenti».

«A partire dall’osservazione del contesto i ragazzi hanno scelto il luogo in cui intervenire per favorire una situazione di incontro, e successivamente ogni gruppo ha sviluppato un intervento. Si tratta di opere provvisorie che vogliono attivare una situazione che presenta già del potenziale, e che, attraverso piccole aggiunte, vuole favorire l’interazione. Ogni intervento partendo dalle specificità del luogo fornisce l’interpretazione di un tema. Un gruppo si è dedicato per esempio all’ombra, creando in una piazza a Bruzella un lungo tubulare con dei tavolini a diverse altezze dove verrà installato un ombrellone. Due gruppi hanno posto invece delle panchine, ma in maniera innovativa perché ogni panchina è stata studiata per adattarsi alle specificità del luogo. Un altro gruppo, ha sviluppato a Casima un piccolo tavolino a muro per gli anziani che uscendo al pomeriggio hanno bisogno di appoggiarsi e sostare per osservare il panorama. Si tratta di piccoli gesti che non risolvono sicuramente i problemi della solitudine ma che contribuiscono a rendere visibili certe tematiche dal punto di vista architettonico». «I comuni interessati – ha aggiunto Rina Rolli – hanno avvisato gli abitanti e c’è stata la richiesta di collaborazione da parte della popolazione che è stata accolta con interesse. Gli anziani hanno spiegato gli spazi che vengono in piccola parte trasformati e hanno raccontato come vivono oggi questi luoghi».

La Summer School è un laboratorio a cielo aperto in cui gli studenti, con l’aiuto di un’impresa locale e di un fabbro, realizzano gli interventi in giro per i cinque villaggi e che rimarranno fino alla fine dell’estate. «Ci teniamo che il tema tocchi direttamente gli abitanti e che diventi concreto e tangibile», ha concluso Tiziano Schürch, in attesa dell’ultima fase di montaggio prevista per domani.

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