Mendrisiotto

Valera, chiesto un risarcimento da 124 milioni

I due maggiori proprietari tornano alla carica con il Comune di Mendrisio. La vertenza sembra essere destinata a finire in Pretura

archivio Ti-Press
6 novembre 2019
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Una volta di più il nome di Valera (inteso come comparto) rieccheggerà davanti a un giudice. Sembra destinata a finire in Pretura (civile), infatti, la richiesta di risarcimento che i due maggiori proprietari di terreni del triangolo (da 190mila metri quadri in tutto) ritagliato fra Rancate, Ligornetto e Genestrerio hanno recapitato al Municipio di Mendrisio. Una richiesta che, da sola, fa tremare i polsi a un ente pubblico: il Comune (a loro dire e come anticipato dalla Rsi) dovrebbe rifondere 124 milioni di franchi per i danni subiti in questi anni. La colpa? Della politica pianificatoria adottata, addirittura ancor prima che il capoluogo portasse a compimento il processo aggregativo che ha fatto degli ex Comuni interessati per territorio dei quartieri. Sta di fatto che l’esecutivo non ha nessuna intenzione di assecondare questa pretesa e ha già contestato formalmente la notifica giunta l’aprile scorso. Da nostre informazioni Mendrisio si difenderà in tutti modi. Un indennizzo simile ipotecherebbe, in buona sostanza, il futuro stesso del Comune.

Ancora una volta, quindi, il destino di questo comparto è quanto mai travagliato. Tutto ruota attorno alle scelte pianificatorie che hanno indotto il Cantone a tratteggiare per quell’area un Piano di utilizzazione cantonale. Indirizzi decisi a dare un’impronta verde e che svuotano gli appezzamenti dei due proprietari – che fanno capo a due società e una comunione ereditaria – dalle ambizioni edificatorie, rivendicate fin dal 2012. Non è un caso se prima di quest’ultima istanza, i privati avevano messo sul tavolo un indennizzo di oltre 40 milioni chiamando in causa il Tribunale di espropriazione; che l’aveva però negato giusto la primavera scorsa. Un verdetto negativo che aveva fatto il paio con la decisione del Tribunale federale sull’esproprio (in quel caso a vantaggio dello svincolo autostradale di Mendrisio) di 400 metri in zona. In entrambi i casi, in effetti, le superfici dei due proprietari erano state etichettate come agricole. A livello di Piano regolatore, avevano rammentato i giudici, non ci si era mai adeguati alla legislazione superiore, facendo cadere i presupposti per l’edificabilità. E in ogni caso, rincarava il Tribunale di espropriazione, i proprietari non potevano lamentare un mancato utilizzo dei terreni. I privati, certo, non si sono accontentati di questo giudizio: la vertenza resta aperta. Nel frattempo, però, sono tronati alla carica, appellandosi altresì alla Legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici. Risultato: l’invio, appunto, al Municipio di un’ulteriore richiesta di risarcimento, altro che plurimilionaria.

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