Luganese

Ecco i primi bus elettrici: Lugano inizia la rivoluzione energetica

Da oggi in servizio i due mezzi di Tpl sulla Linea 5, tutta elettrificata entro la primavera. Al più tardi nel 2050 completata la transizione della flotta

Il nuovo bus, alla stazione di ricarica della fermata Uovo di Manno
(Ti-Press)
14 dicembre 2025
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È iniziata dall’Uovo di Manno la rivoluzione energetica della mobilità luganese. Al capolinea della Linea 5, quella che dalla zona industriale e commerciale porta a Viganello passando dal centro città, si è riunito stamattina il gotha cantonale e locale in ambito di trasporti. Il giorno è di quelli solenni: sono entrati in circolazione i primi due bus elettrici della Trasporti Pubblici Luganesi (Tpl) Sa. Solo l’inizio di un’attesa transizione, in quanto i sei rimanenti autobus che servono la tratta verranno sostituiti in primavera, mentre tutta la flotta di Tpl sarà elettrificata al più tardi entro il 2050.

‘Inizia una nuova era’

«Inizia una nuova era per la nostra azienda e per tutta la mobilità – ha esordito il direttore di Tpl Roberto Ferroni, aprendo le danze dei discorsi –, non abbiamo scelto scorciatoie né la fretta, ma la solidità», ha detto alludendo al lungo percorso avviato nel 2015, con i primi studi di fattibilità, seguiti dalla valutazione comparativa delle tecnologie, dai test su strada arrivati nel 2021, fino alla gara d’appalto internazionale aggiudicata a Carrosserie Hess Ag (azienda solettese unica fabbricante di autobus in Svizzera), per arrivare poi alla progettazione delle infrastrutture di ricarica, alle autorizzazioni edilizie e infine ai cantieri. Un iter lungo e laborioso dunque, sfociato nell’arrivo a Manno dei primi due esemplari: articolati, a fisarmonica volgarmente detto, lunghi poco meno di 19 metri e larghi circa 2,5 metri, possono ospitare 146 passeggeri, 38 dei quali seduti.

Meno inquinamento e rumore

Ma la vera differenza, rispetto ai mezzi già in circolazione, è chiaramente data dal fatto che sono integralmente elettrici. Dotati di cinque batterie sul tetto, che sarebbero potute essere di più ma si è scelto di averne di meno per non penalizzare la capienza, i bus sono dotati di pantografo e faranno affidamento a due stazioni di ricarica rapida e una lenta. Le prime si trovano proprio all’Uovo di Manno e alla fermata Cappella due Mani di Massagno e serviranno per le necessità diurne, mentre la seconda alla rimessa Ruggì di Tpl a Pregassona, dove i bus si ricaricheranno di notte. In globale, il servizio è garantito per oltre 19 ore continuate. «L’elettrificazione consentirà di ridurre l’inquinamento acustico (-70% di rumore lungo il percorso, ndr), ma soprattutto l’inquinamento ambientale (845 tonnellate di anidride carbonica prodotta in meno e 340’000 litri di carburante risparmiati, ndr)».

Dal 2028 tocca alla Linea 3

Un cambiamento, ha sottolineato Ferroni, che non riguarda solo i mezzi ma anche le persone: per tutto il personale è stata prevista una formazione ad hoc. Anche perché, a breve toccherà alle altre linee. A cominciare dalla 3: la più utilizzata, che da Cornaredo passa per i popolosi quartieri di Pregassona, Viganello e Cassarate, poi dal centro e dalla Stazione Ffs, lungo Besso e con capolinea a Breganzona. Proprio quest’ultimo quartiere e Cassarate (zona Lido-Conza) ospiteranno le due stazioni di ricarica e i progetti sono già stati pubblicati. L’obiettivo è di immettere i primi mezzi elettrici entro il 2028. Ma perché si è partiti proprio dalla Linea 5? Ancora Ferroni: «Era la più idonea per avviare la transizione, in quanto attraversa sette comuni (oltre a Lugano e Manno, Cadempino, Lamone, Massagno, Savosa e Vezia, ndr), è una delle dorsali più utilizzate (oltre 2,3 milioni di passeggeri nel 2024, ndr) e, a causa anche di un dislivello di 117 metri, è la linea più impegnativa della rete». Insomma, se funziona tra Manno e Viganello, dovrebbe funzionare dovunque.

Alla fine, rispetto al diesel si risparmierà

Il direttore ha infine ricordato l’importante investimento, 9 milioni di franchi, compensati dall’imponente sostegno trasversale ricevuto. Oltre al supporto del committente pubblico – ossia il Cantone, con i partner privati (Ail, BancaStato e Vaudoise Assicurazioni) –, l’elettrificazione gode di finanziamenti federali: l’Ufficio federale dei trasporti sussidia ciascun bus elettrico immatricolato, mentre l’Ufficio federale dell’ambiente elargisce contributi legati al risparmio di anidride carbonica. «Questo sostegno trasversale – ha sottolineato Filippo Lombardi, presidente di Tpl ma pure della Commissione regionale dei trasporti del Luganese –, permetterà di introdurre i nuovi mezzi senza oneri aggiuntivi rispetto a un investimento tradizionale in mezzi diesel e anzi, grazie all’abolizione dei dazi sui prodotti industriali (carburanti compresi, in vigore dal 2024, ndr), alla fine ci sarà anche un risparmio».

Lombardi: ‘Spezzo lancia a favore del voto sul tram-treno’

Il capodicastero dello Sviluppo territoriale della Città, allargando il discorso, ha sottolineato che «il traguardo della transizione energetica appartiene a tutto il territorio ed è frutto di un lavoro di squadra». A tal proposito, ha citato lo studio preliminare per la mobilità integrata nel polo del Luganese: «Uno strumento che darà le basi per il Programma di agglomerato del Luganese di sesta generazione (Pal6). Lo studio durerà sei mesi, partendo da gennaio, e poi con i risultati ottenuti partiremo in autunno a lavorare sul Pal6. Vogliamo andare più in fretta rispetto al Pal5, le cui misure entreranno in vigore con il 1° gennaio del 2028. Per la fine dello stesso anno, vorremmo portare il Pal6 sia all’esame di Bellinzona sia di Berna». Lombardi ha chiuso il suo intervento però con lo sguardo molto più vicino: «Anche la Rete tram-treno del Luganese (Rttl) fa parte della transizione energetica. Fra pochi giorni in Gran Consiglio (Gc) si voterà il messaggio relativo al sorpasso di spesa (che porterà il costo dell’opera a circa 766 milioni di franchi, ndr), voglio spezzare una lancia a favore di un’opera fondamentale per la viabilità della regione».

Zali: ‘Non voglio pensare che per interessi politici si rinunci all’opera’

Tra i presenti, naturalmente, anche il direttore del Dipartimento del territorio (Dt) Claudio Zali. Il consigliere di Stato nel suo intervento non ha citato la Rttl, ma non abbiamo potuto non chiedergliene conto in separata sede, visto che martedì è prevista l’audizione di fronte alla Commissione della gestione. Un’audizione convocata il giorno stesso che l’Udc ha chiesto il ritiro del rapporto sul messaggio del sorpasso di spesa, all’indomani dell’articolo de ‘laRegione’ che ha dato conto della richiesta formulata dalla Flp Sa al Dt di verifiche relative a una possibile saturazione della capienza del tram-treno durante gli orari di punta nei giorni feriali, e alla possibilità di anticipare delle misure già previste in un secondo momento. Ossia: il raddoppio dei binari di alcuni tratti tra Bioggio e Ponte Tresa e l’allungamento della rete dal centro città al Campo Marzio. «Il progetto va bene così com’è e lo ha più volte certificato la Confederazione – ha ribadito Zali –. In audizione farò un appello alla responsabilità. Non voglio pensare che per puri interessi politici ci sia il rischio di rinunciare a un’opera come la Rttl».

Durante il suo intervento, invece, il direttore del Dt ha ribadito i benefici della transizione energetica per l’ambiente, elogiando la Tpl, ma anche tutte le altre aziende del cantone che stanno andando nella medesima direzione, pur senza che vi sia un obbligo di legge e oltretutto in un momento non semplice: «È difficile parlare di ambiente, nei periodi di difficoltà economica – ha sottolineato –, in quanto è uno dei primi settori nei quali di solito si tende a risparmiare quando i conti lo richiedono. Ma bisogna farlo, per il bene comune. Se non ci penseranno le leggi federali o europee, sarà il progresso tecnologico a salvare l’ambiente e non la buona volontà dei politici o dei cittadini (alludendo alla ritrosia sull’eliminazione degli impianti a nafta nelle case, oggetto del Piano energetico che sarà discusso dal Gc, ndr)».