Luganese

La Ss. Trinità riapre grazie a fra Roberto

Per celebrare i novant'anni del frate francescano, la storica chiesa luganese torna agibile ai fedeli e non solo fino a metà gennaio

L’artista col saio è presente in tutto il Ticino
(Ti-Press)
20 ottobre 2023
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“Fra Roberto − Con arte, con fede”: è il titolo della mostra di Giuseppe Pasotti, meglio conosciuto come fra Roberto, che sarà allestita nella chiesa della Santissima Trinità, lungo la salita dei frati a Lugano. L’edificio religioso riaprirà domani, sabato 21 ottobre, le sue porte dopo parecchi anni proprio per ospitare i dipinti del frate. L’esposizione retrospettiva dedicata ai novant'anni dell’artista originario di Bellinzona, ma con un forte legame con la Capriasca, di cui ne è anche cittadino onorario, si potrà ammirare fino al 14 gennaio 2024.

Un convento che, forse, riapre

È ormai dall’autunno del 2014 che mancano i francescani dal Convento cittadino. Nel 2022, in quelle celle lasciate vuote, arrivarono i rifugiati ucraini in fuga dal conflitto, e ora, grazie alla fondazione ‘Convento Salita dei Frati’, anche l’edificio liturgico dismesso, presente nel comparto seicentesco, apre le sue porte al pubblico per la mostra. Il vicepresidente della fondazione ‘L’arte di fra Roberto’, Bruno Cocchi, era scettico sulla riuscita: «Fino a un mese fa non credevamo di poter realizzare l’esposizione. Avevamo diversi problemi con i pannelli e le luci, ma con un gran lavoro siamo riusciti a rimanere nei tempi. Spero che in futuro si possano ospitare altre mostre o eventi culturali». Per un convento che riapre le porte, ce n’è uno, a Bigorio, che rischia di chiudere. Attualmente lì non vi è più una comunità canonica, ma ci sono solamente due frati. Per fra Roberto, molto legato a quel luogo, «la sua chiusura sarebbe un grande dispiacere. Vorrei che si evitasse una speculazione edilizia e, se proprio dovesse chiudere, spererei che fosse una comunità di laici a interessarsi per continuare le attività che propone il convento».

Predicare con le immagini

La divulgazione della fede per fra Roberto, fin da quando aveva 20 anni, è sicuramente legata alle immagini. L’artista col saio, spiega Maria Will, curatrice della mostra insieme ad Aurelia Antonini e Giulio Foletti, «ha la necessità di unire arte e fede. Si tratta di un tema legato alla contemporaneità, fra Roberto nella sua arte si è sempre sentito devoto e libero, mantenendo sempre una prospettiva laica». Fin dal suo esordio a Campello ha lavorato perlopiù in luoghi pubblici, «questo gli ha permesso di essere popolare e presente ovunque con le sue opere fino a diventare una figura decisiva per l’arte ticinese». Tra gli artisti ispiratori delle sue opere ci sono i maestri dell’arte gotica, Michelangelo, El Greco e il francese espressionista Georges Rouault. Da ricordare anche, continua Will, «il suo legame con l’artista luganese Filippo Boldini (1900-1989). Si possono riconoscere le pennellate luminose e con l’effetto trasparente di velatura del colore tipiche del Boldini, dal quale fra Roberto ha preso ispirazione».

Un’omelia ancora non conclusa

Anche se ha compiuto novant’anni, fra Roberto è ancora attivo. Come ci spiega il francescano «l’entusiasmo che c’è dietro questa mostra è una spinta per continuare. Ora, sto realizzando una tempera su pannello intitolata ‘Chiedete e vi sarà dato’ alla masseria di Cornaredo. In cantiere ho anche un'opera alla cappella della casa anziani di Canobbio e altri lavori per dei privati». Tra i suoi lavori conclusi ricordiamo la Via Crucis del Convento dei Cappuccini a Bigorio; diverse vetrate nelle case anziani di Morbio Inferiore, Bedano, Faido e la Cà Rezzonico di Lugano. Il vernissage si terrà domani alle 17 con la presenza di Mons. Alain de Raemy, Roberto Badaracco, Mario Branda, Fabio Stampanoni e Bruno Cocchi.

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