Luganese

‘Hanno approfittato della vittima con la mentalità del branco’

Chieste pene fra i 20 e i 36 mesi, in parte sospesi, per i tre giovani accusati di aver abusato sessualmente di una coetanea ubriaca dopo una festa

‘Ha avuto istinti suicidali dopo i fatti’
(Ti-Press)
13 marzo 2023
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«Hanno approfittato della vittima con la mentalità del branco che fiuta la preda debole». Ha riassunto così i fatti del luglio 2019 Zaccaria Akbas. Fatti per i quali il procuratore pubblico ha chiesto di condannare per atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere un 31enne, un 27enne e un 24enne del Luganese, a causa di rapporti sessuali con una 31enne ubriaca al termine di una festa campestre. Il pp ha chiesto pene rispettivamente di 36 mesi, dei quali 18 sospesi per due anni; 28 mesi dei quali 22 sospesi sempre per due anni; infine 20 mesi sospesi per due anni per il più giovane.

‘È stata utilizzata come un pezzo di carne’

«Hanno approfittato dello stato di ebrietà della vittima – ha ribadito Akbas durante la requisitoria –. La vittima non ha mai nascosto di avere un rapporto naturale e libero con il sesso. Aveva però dei limiti seri, ai quali si atteneva. Il più fondamentale: mai con un uomo già impegnato. E loro erano consapevoli che lei aveva questo limite. Quella sera voleva divertirsi e, perché no, conoscere un ragazzo single. È vero, ha detto di aver stuzzicato i colleghi, con battute e approcci fisici anche inopportuni, ma il tutto senza doppi fini». Eppure, secondo l’accusa, «la vittima è stata utilizzata come un pezzo di carne, è stata trattata come una bambola, a turno, soltanto perché la consideravano una donna leggera. Troppo spesso si assiste a questa vergognosa inversione dei ruoli, quando la vittima viene trattata da colpevole».

Rilevate tracce di sangue in auto e nella biancheria intima

Siccome gli imputati negano di aver approfittato dello stato di ebrietà della giovane, «la credibilità della vittima è fondamentale – ha sottolineato Akbas –. A differenza dei tre uomini, che si sono contraddetti durante l’istruttoria, lei è sempre stata coerente e lineare, riferendo sempre le stesse cose. E questo, nonostante l’alcol le avesse impedito di avere ricordi nitidi. Il suo pesante stato di ebrietà era evidente ed è emerso sia dai testimoni sia dai referti scientifici (una perizia a ritroso ha stabilito un’alcolemia tra 1,35 e 3,10 grammi per mille, ndr). Sono state rilevate tracce di sangue sia nella sua auto sia nella sua biancheria intima. Vuol dire che c’è stata lacerazione durante i rapporti sessuali, quindi anche dolore. Ma l’alcol l’ha anestetizzata e sempre a causa dell’alcol non poteva determinarsi liberamente». Altro elemento a sostegno delle tesi accusatorie, secondo il pp, anche il coraggio di denunciare della vittima. «Aveva paura di avere ripercussioni nell’ambito personale come in quello professionale. Ha esitato prima di denunciare, tipico delle donne che hanno subito abusi – ha aggiunto Akbas –. Lo dicono psichiatri e psicologi, lo dice il Tribunale federale. La perizia psichiatrica ha evidenziato una dissociazione emotiva, un trauma dalle pesanti sfaccettature».

‘La colpa più grave è quella del 31enne’

Differenti, come visto, le richieste di pena in base al diverso grado di colpevolezza, sebbene tutti avrebbero approfittato del suo stato di ubriachezza. «La sua colpa è quella più grave di tutti» ha detto il pp riferendosi al 31enne. «Sapeva che da sobria non avrebbe mai accettato di avere rapporti sessuali con lui. Ha approfittato di un’amica che conosceva bene, che gli aveva confidato le sue fantasie sessuali. Non l’ha protetta, anzi ha premeditato tutto: sapeva che da ubriaca lei perde il controllo e provoca sessualmente. Non era corrisposto, e ha pensato che l’unico modo per ottenere quel che desiderava era coinvolgere l’unico che potesse interessare la donna (il 24enne, in quanto single, ndr). Ha agito per egoismo». Poche attenuanti anche per gli altri due imputati, se non il lungo tempo trascorso, con una puntualizzazione sul più giovane: «Era lì a fare il palo e perché aspettava il suo turno. Il suo era un ruolo solo temporaneamente meno attivo. La gravità della sua azione sta nell’aver fomentato l’azione del branco, diminuito le possibilità di sfuggire della vittima».

Chiesto un risarcimento per torto morale per la vittima

«La mia assistita è una giovane donna senza molti tabù. Non è una colpa, non siamo qui a fare un processo alla sua morale o a quella degli imputati» ha detto da parte sua la rappresentante dell’accusatrice privata Letizia Vezzoni, ripercorrendo più o meno gli stessi concetti espressi da Akbas. «L’inchiesta è stata pesante. Alla mia assistita non è stato risparmiato nulla. Si colpevolizzava, sapeva che aveva bevuto troppo. Sapeva di essere stata eccessiva, se non molesta. In alcune circostanze si è però varcato il limite del rispetto nei confronti della vittima». Vezzoni ha aggiunto che a seguito dei fatti la 31enne ha manifestato attacchi di panico, ricorrenti incubi notturni e istinti suicidali, chiedendo infine un’indennità per torto morale di 24’000 franchi.

La difesa del 24enne: ‘È lei che ha compiuto atti sessuali nei suoi confronti’

Le arringhe dei difensori dei due imputati principali sono attese domani. Tuttavia, oggi ha preso parola Massimo de’ Sena, il legale del 24enne, sottolineando come il giovane «non sarebbe mai dovuto essere arrestato. I fatti si sono svolti in maniera consensuale e la richiesta di pena è sproporzionata». L’avvocato ha ricordato che durante tutta la sera la donna avrebbe avuto «un comportamento provocatorio nei confronti di molti uomini e questo è testimoniato da diverse persone. Si è dimostrata vogliosa e non è mai apparsa come incapace di determinarsi. Subito dopo i fatti si è messa alla guida, giungendo a casa al termine di un percorso buio e con tratti stretti. D’altra parte, il mio assistito è un ragazzo semplice, tranquillo, timico, certamente non scaltro è manipolatore. Non è vero che aspettava il proprio turno (per fare sesso con la 31enne, ndr), durante la serata ha avuto diverse occasioni per consumare rapporti ma questo non è mai avvenuto. È stata lei anzi a compiere atti sessuali nei suoi confronti. Chiedo il suo proscioglimento dall’accusa di complicità».

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