Luganese

Tram-treno, Zali: ‘Coronamento di dieci anni di lavoro’

Il direttore del Dipartimento del territorio sul progetto che rivoluzionerà la mobilità del Luganese: ‘Dopo oltre 100 incontri, il progetto è condiviso’

Come dovrebbe presentarsi il terminale di Manno
(Dipartimento del territorio)
9 marzo 2023
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Grande tappa, rivoluzione, bellissima notizia, momento di grande importanza. Non sono mancati i proclami di un certo tenore durante l’attesa conferenza stampa di presentazione dell’approvazione dei piani della Rete del tram-treno del Luganese (Rttl) da parte dell’Ufficio federale dei trasporti (Uft). Non a torto: il progetto ha alle spalle quasi vent’anni di storia e ne ha davanti almeno un’altra decina prima della messa in esercizio, e soprattutto contribuirà effettivamente a modificare radicalmente la mobilità non solo del Luganese, ma di riflesso dell’intero cantone.

Restano 13 opposizioni, ‘irriducibili che non modificano la progettazione’

«Questo è il coronamento di dieci anni di lavoro» ha esordito il consigliere di Stato Claudio Zali, alludendo al periodo dal quale è alla testa del Dipartimento del territorio (Dt). Un periodo difficile, contrassegnato da discussioni, ricorsi e opposizioni. Problematiche ancora parzialmente irrisolte – tredici le opposizioni ancora in sospeso – e che hanno portato a una bocciatura di una prima versione della Rttl presentata nel 2018. «Era stato pubblicato una prima volta con dei mali di gioventù – ha fatto mea culpa Zali –. Mi prendo la colpa di non essere intervenuto la prima volta, quando c’erano delle cose che non andavano bene». Al punto che erano state presentate 127 opposizioni e il progetto era stato poi ritirato, rifatto e ripresentato l’anno successivo. Suscitando nuovamente 115 opposizioni. «Le abbiamo lette tutte, una per una, parlando con tutti i ricorrenti, facendo un grosso lavoro di mediazione e organizzando oltre 100 incontri. Alla fine abbiamo ottenuto che un centinaio venissero ritirate o derubricate in domande di risarcimento». Oggi ne restano 13, «irriducibili che non modificano di un bullone la progettazione portata all’Uft».

‘Una prova di forza in circostanze difficili’

Il fatto che siano rimaste una dozzina di opposizioni, cinque delle quali respinte anche dall’Uft che ha invece indicato al Dt di provare ancora a mediare per le restanti otto, ipoteca tuttavia le tempistiche di realizzazione, sebbene il via libera di Berna sia da considerarsi un’autorizzazione alla costruzione. «Quando iniziano i lavori? Non lo so – ha detto Zali –. Ora siamo confrontati con i tempi delle procedure successive. I ricorrenti hanno ora trenta giorni di tempo per rivolgersi al Tribunale amministrativo federale. Sono magagne giuridiche che fanno parte del nostro processo democratico. Noi siamo sereni: abbiamo lavorato a un progetto conforme al diritto federale, meritevole di essere autorizzato e che rappresenta una prova di forza in circostanze difficili rappresentate dal nostro territorio esiguo e dalla necessità di incastrare a posteriori un’infrastruttura in un contesto già fortemente urbanizzato».

Senza ulteriori ricorsi, in esercizio fra 10 anni

Sebbene sui tempi di realizzazione, già notevolmente dilatati rispetto alle previsioni iniziali, aleggi l’incertezza, uno sguardo al futuro è già stato abbozzato. «Quest’anno e il prossimo ci occuperemo del consolidamento dei contratti coi progettisti, del progetto esecutivo e delle procedure espropriative – la spiegazione di Ivan Continati, capoprogetto Piano dei trasporti del Luganese –. L’anno prossimo e nel 2025 seguiranno i lavori preparatori e le opere preliminari, mentre fra il 2025 e il 2026 possiamo attenderci l’avvio dei lavori principali, che proseguiranno per circa 8 anni». Ricorsi e tempi giuridici permettendo, la Rttl dovrebbe entrare in esercizio dunque fra una decina di anni, tra il 2033 e il 2034. L’attesa è ancora lunga, «in ogni caso – ha sottolineato Continati – l’approvazione dei piani rappresenta uno dei momenti più importanti all’interno della procedura e questo è un progetto forte e ampiamente condiviso che ha raggiunto la maturità».

‘Frutto di un lavoro dal basso’

Di condivisione ha parlato anche il consigliere di Stato, evidenziando che quello della Rttl «è il frutto di un lavoro che è stato fatto dal basso, coinvolgendo la popolazione, i Comuni, gli enti interessati». Una replica, forse, alle associazioni ambientaliste e di tutela del territorio che hanno accusato a più riprese il Dt e Zali in particolare di aver fatto l’opposto, ossia di non aver coinvolto adeguatamente gli interlocutori. «Non si può progettare in un territorio difficile come il nostro, prescindendo dall’approccio dal basso – ha proseguito il direttore –. La Rttl non è l’unico esempio di questa modalità operativa quando parliamo di grandi opere. Pensiamo al collegamento fra A2 e A13 oppure alla Circonvallazione Agno-Bioggio. Una prima versione di quest’ultima era effettivamente inguardabile ed è stato necessario rifare il progetto e costruire un consenso. E presto, all’inizio della prossima legislatura, arriveremo a chiedere al Gran Consiglio la richiesta di credito».

Costo: 418 milioni, due terzi dei quali a carico della Confederazione

E a proposito di soldi, il consigliere di Stato ha pure ricordato un altro successo del progetto: la grande partecipazione di Berna ai costi. «Inizialmente – ha ricordato – era previsto che la Rttl venisse pagata soprattutto dal Cantone. Invece, siamo riusciti a farci finanziare i due terzi del progetto dalla Confederazione». «Di questi, il 100% dell’asta principale fra Bioggio e Lugano, chiaro indicatore dell’importanza e dell’urgenza di realizzare l’opera», ha aggiunto Continati. Quest’ultima parte costerà 256,2 milioni di franchi. Per la tratta Bioggio-Manno ne sono previsti 118,75 (quasi 40 dei quali a carico della Confederazione, 45,4 del Cantone e il resto dei Comuni); quella fra Bioggio e Ponte Tresa costerà 23,45 milioni (12,4 a carico del Cantone e 11 dei Comuni); 20 milioni per il Park&Ride di Cavezzolo (11,6 sulle spalle del Cantone e 8,4 dei Comuni). In totale sono 418,45 milioni: circa 296 milioni a carico della Confederazione, 69,5 del Cantone e circa 53 dei Comuni (in larga parte tramite la Commissione regionale dei trasporti del Luganese).

‘Nel Luganese ci si muoverà in modo simile alle grandi città’

A questa cifra, si devono aggiungere tuttavia altri 100 milioni circa. Sono 21,65 i milioni necessari per il Park&Ride di Manno Suglio, 30,7 per la nuova officina della Ferrovie Luganesi Sa (Flp) che sorgerà a Manno e 43,4 per il sottopasso pedonale di Lugano Besso, per il quale i lavori sono già iniziati. Il totale è dunque di 514 milioni. Un’ingente somma che «rivoluzionerà la mobilità del Luganese, aiutando a risolvere il problema del traffico che continua ad attanagliarci», come ricordato da Clarissa Indemini, presidente del Consiglio d’amministrazione della Flp. «Questo è un momento di grande importanza, perché si sancisce il futuro della nostra mobilità: nel Luganese ci si muoverà in modo più simile alle grandi città e utilizzare il veicolo privato sarà sempre meno vantaggioso».

‘Paragonabile ad AlpTransit, a livello locale’

«Grazie alla Rttl – ha ricordato Indemini – si arriverà da Bioggio a Lugano in soli 7 minuti, con collegamenti in partenza ogni 5 minuti. Da Manno ci vorranno 13 minuti. La rilevanza di questo cambiamento, a livello locale, è paragonabile a quello portato da AlpTransit. Ci si potrà muovere all’interno di una rete di trasporti fortemente integrati. Sappiamo quanto sia diventata importante la sostenibilità e oggi è importante offrire valide alternative per spostarsi. E il tram-treno sarà sostenibile a livello ambientale, sociale e individuale». «Questa è una grande tappa, che ci permette di guardare con più fiducia al trasporto pubblico del Luganese e al futuro del Luganese in generale: la Rttl sarà l’asse portante dello sviluppo dell’intera regione» ha aggiunto il sindaco di Lugano Michele Foletti, in un breve ma incisivo intervento, in quanto la città è – con la valle del Medio-Basso Vedeggio e con il Basso Malcantone – il comune più interessato dalla Rttl.

La più grande città e la più grande area industriale in Ticino collegate

Il progetto, ricordiamo, prevede di collegare la più grande città del cantone con la più ampia area industriale in Ticino: Lugano con l’area Bioggio-Manno. In particolare, è previsto che venga scavata una galleria sotto Breganzona che colleghi la Stazione Ffs con Bioggio. Da lì, verso sud, la rete confluirà nell’esistente tracciato della Flp verso Ponte Tresa, con anche una nuova fermata ai Prati Maggiori di Agno. La Fermata Cavezzolo di Bioggio rappresenterà un importante snodo intermodale, con anche un P&R sotterraneo da 200 posti auto. Altri 200 posteggi interrati sono previsti al terminale di Manno, dove finirà l’asta nord del nuovo tracciato. Importanti novità anche in città: il tram arriverà fino alla Pensilina Botta in centro città e un’ulteriore fermata in centro, a metà fra la Stazione Ffs e la Pensilina e progettata in un secondo momento per sgravarle entrambe, sarà nei pressi dell’imbocco da est di via Peri. Sia questo comparto, sia quello di corso Pestalozzi vicino alla Pensilina, verranno significativamente riqualificati con un occhio di riguardo ai pedoni. Rispetto ai piani pubblicati nel 2020, ha infine precisato Continati, quelli approvati dall’Uft non presentano differenze.

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