Luganese

Tram-treno, il via libera da Berna dopo 115 opposizioni

L’Ufficio ha notificato l’8 marzo 2023 l’approvazione dei piani, che può essere impugnata presso il Tribunale amministrativo federale

In sintesi:
  • La linea collegherà Lugano a Ponte Tresa e a Manno
  • I costi del progetto sono stimati in 514 milioni di franchi, di cui la metà finanziata dalla Confederazione
(Ti-Press)
9 marzo 2023
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L’Ufficio federale dei trasporti (Uft), come anticipato ieri, ha rilasciato la licenza edilizia per la nuova linea di tram-treno che collegherà Lugano a Ponte Tresa e a Manno. Il progetto, sottolinea l’Uft in un comunicato, è la prima tappa di realizzazione di una rete moderna volta a migliorare l’offerta di trasporto pubblico tra Lugano e le differenti aree dell’agglomerato, in particolare il Malcantone e il piano del Vedeggio.

Il nuovo tram-treno del Luganese circolerà dal centro di Lugano a Bioggio, dopodiché la linea si sdoppia, con un ramo che procede verso nord-est fino a Manno e l’altro verso sud-ovest per ricongiungersi con il tratto già esistente che porta a Ponte Tresa. Il progetto approvato dall’Uft comprende diversi elementi, quali una stazione sotterranea in corrispondenza con la stazione Ffs di Lugano, una galleria di 2,2 chilometri, un’ulteriore fermata nel Comune di Agno, un nuovo centro di manutenzione per l’impresa ferroviaria Flp e dei parcheggi di interscambio.

I costi del progetto, complessivi di tutte le opere contemplate nell’elaborato pubblicato del 2020 (compresi quindi anche la nuova officina Flp, il Sottopasso pedonale di Besso e il P&R Suglio) sono stimati in 514 milioni di franchi, di cui la metà finanziata dalla Confederazione nel quadro della fase di ampliamento ferroviario 2035 e del programma per il traffico d’agglomerato.

Nell’ambito della procedura di approvazione dei piani, avviata conformemente al diritto federale nella primavera del 2020, l’Uft ha ricevuto 115 opposizioni contro il progetto pubblicato, di cui una buona parte ha potuto essere risolta durante la procedura stessa cosicché, come ha comunicato il Direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, ad oggi ne rimangono in piedi una quindicina. L’Ufficio ha notificato l’8 marzo 2023 l’approvazione dei piani, che può essere impugnata presso il Tribunale amministrativo federale.

Per quanto riguarda le tempistiche, prende il via ora la fase di progettazione esecutiva, nonché la predisposizione per le procedure espropriative e di appalto. Si prevede dunque l’inizio dei lavori preparatori a partire dal 2024/2025 a seguire, poi, i lavori principali (con lo scavo della Galleria Breganzona in particolare) per una durata di circa 8 anni. Come sottolineato durante la conferenza stampa, tali tempistiche sono soggette a variazioni a causa della possibilità di ricorso, che potrebbe allungare ulteriormente l’iter del progetto.

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