Luganese

Lugano: aria di referendum sui contributi Lalia

Dietrofront: il Consiglio di Stato considera valido il voto – finito con un ‘sì’ a maggioranza semplice – del 2021 sui prelievi. La Lega medita battaglia

Nuova gatta da pelare (forse) in arrivo per Palazzo civico
(Ti-Press)
16 febbraio 2022
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Il Consiglio comunale (Cc) di Lugano non dovrà esprimersi nuovamente sul prelievo dei contributi previsti dalla Legge federale contro l’inquinamento delle acque (Lalia), che tanto sta facendo discutere in questi giorni. Il Municipio ha infatti incontrato ieri i capigruppo, illustrando i contenuti della sentenza del Consiglio di Stato (Cds). Sentenza che evidenzia che i punti principali del messaggio che non era andato in porto a febbraio 2021 non necessitavano in realtà di una maggioranza qualificata e quindi sono di fatto ritenuti validi. Discorso diverso per due punti, di minor rilievo, rispediti alla Città. Ma la vera notizia è un’altra: la Lega sta meditando di lanciare un referendum sulla decisione del legislativo dello scorso anno.

Non era necessaria la maggioranza qualificata

Ma andiamo con ordine. A febbraio 2021 una risicata maggioranza del Cc approva un messaggio concernente il Piano di finanziamento del nuovo Piano generale di smaltimento delle acque (Pgs), che comprende anche l’autorizzazione al prelievo dei contributi Lalia nella misura del 70% per le opere di canalizzazione. Siccome per alcuni dei punti del messaggio – la revoca di tutte le decisioni precedentemente adottate dal legislativo di Lugano e dei Comuni aggregati relativamente ai Piani generali delle canalizzazioni – era necessaria una maggioranza qualificata, ossia almeno 31 voti favorevoli su 60 consiglieri comunali, si è ritenuto che l’intero messaggio non fosse valido. Erroneamente, come spiegato dal Cds, che ha accolto parzialmente il ricorso del consigliere comunale Raoul Ghisletta (Ps), che si è opposto alla decisione legislativa in quanto i contributi Lalia sono dovuti per legge. Settimana scorsa il sindaco ha informato della sentenza, augurandosi che stavolta il messaggio passi. Pochi giorni dopo il ‘Mattino della domenica’ ha invece invitato esecutivo e legislativo a un lavoro lento sul tema e infine quest’ultimo a bocciarlo nuovamente.

‘Sistema di riscossione iniquo’

Tuttavia: non ci sarà un nuovo messaggio sul tema, né quindi un lavoro commissionale e l’invocata bocciatura. Ciononostante il malcontento del movimento di via Monte Boglia permane. «A noi non piace – conferma il capogruppo Lukas Bernasconi –. Il sistema di riscossione è troppo retroattivo ed è iniquo: gli investimenti sono già stati pagati attraverso le imposte e ora i proprietari di immobili dovrebbero pagare nuovamente». Sì, però non prelevando i contributi gli investimenti resterebbero a carico anche di chi proprietario non è ed è iniquo anche questo, facciamo notare. «Vero. È un sistema iniquo per tutti, ma chi ha pagato le imposte non verrebbe comunque rimborsato. Con un conguaglio si sarebbe dovuta chiudere la parte dei Pgc e poi preparare le richieste degli acconti della Laila, ma così non è stato». Resta il fatto che si tratta di contributi dovuti per legge e che non vengono certo riscossi solo ai luganesi. «Sì, ma a Lugano e in alcuni Comuni aggregati non sono stati chiesti adeguatamente. Non è colpa di questo Municipio, è qualcosa che risale alla notte dei tempi, ma si ripercuoterebbe ora sulle tasche di molti che non ne hanno responsabilità». E quindi? E quindi la Lega sta valutando come dar seguito al proprio malcontento. «Abbiamo chiesto ai servizi giuridici della Città se siamo ancora nei termini legali per lanciare un referendum sulla decisione del Cc del febbraio 2021. Vorremmo portare il popolo a votare su questo argomento, ma una decisione non è ancora stata presa».

Foletti: ‘Atto dovuto’

Una decisione che va ponderata adeguatamente, visto che, tempi tecnici a parte, non solo la riuscita del referendum rischierebbe di porre Lugano in una situazione di illegalità rispetto agli altri Comuni, ma anche perché a lanciare la raccolta di firme sarebbe il partito del sindaco Michele Foletti, che oggi come nel 2021 ha invece ribadito la necessità di prelevare i contributi: «È un atto dovuto, c’è una legge superiore che lo impone. Tutti i contribuenti di Lugano (persone giuridiche comprese quindi, ndr) hanno anticipato una tassa dovuta solo dai proprietari di immobili. L’altra questione è che ci sono dei notai diligenti che questi aspetti li hanno indicati nei rogiti ai ‘nuovi proprietari’ e altri che invece questo non l’hanno fatto». Foletti spiega anche che un nuovo messaggio verrà presentato nel giro di un paio di settimane, «ma non nella sua totalità: riguarderà soltanto i punti non approvati d’ufficio, ossia la revoca sulle decisioni precedenti dei legislativi e il credito (126’000 franchi circa, ndr) per nuovi software necessari per la raccolta dati». E sul probabile referendum? «Essendo già cresciuti in giudicato i punti principali relativi alla Lalia, potrebbero lanciarlo per esempio sul credito che deve ripassare in Municipio». Pesa il fatto che la carta referendum possa venir giocata dal proprio partito? «No. È una posizione politica nota. Ed essere al governo e fare opposizione fa parte del dna della Lega».

Ghisletta: ‘Iniquo anche non prelevare i contributi’

Sull’ipotesi referendum abbiamo sentito anche chi il ricorso l’ha vinto: «Sarebbe proseguire su un cammino illegale. E sarebbe una cosa iniqua, perché la collettività ha pagato al 100% gli investimenti e il 70% che non tornerebbe dai proprietari resterebbe solo sulle loro spalle. E sarebbero soldi che verrebbero a mancare al Comune per i propri investimenti». Ghisletta sottolinea inoltre che il credito per i software non necessiterebbe di passare per forza dal legislativo: «Vista la cifra, sarebbe nelle competenze dell’esecutivo». Parola infine anche a Rupen Nacaroglu, capogruppo Plr, partito che l’anno scorso aveva in maggioranza contribuito bocciato il messaggio. «È stato un incontro chiarificatore. A questo punto, chiederò al gruppo – visto il contenuto della sentenza governativa – di non contestare l’abrogazione delle decisioni dei vecchi legislativi: sarebbe un esercizio inutile, una formalità. Sarà interessante capire cosa farà la Lega».

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