Luganese

Lugano, ‘dopo Villa Saroli si punti di più sul dialogo’

Una nuova interrogazione torna sui fatti, chiedendo al Municipio di istituire un picchetto di operatori di prossimità formati per casi come quello

Dalla musica troppo alta ai proiettili di gomma il passo è stato breve
(Ti-Press/Archivio)
12 dicembre 2021
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Ci sono diversi insegnamenti da trarre dal brutto episodio di Parco Saroli, quando lo scorso settembre la festa non autorizzata all’aperto ‘Salotto sonoro lampo’, in un crescendo di tensione con i poliziotti, è terminata con proiettili di gomma sparati dagli agenti. A sostenerlo è il consigliere comunale Raoul Ghisletta (Ps), che è tornato sull’argomento con un’interrogazione, dopo che una decina di giorni fa il Municipio ha risposto a un precedente atto parlamentare ribadendo che a proprio giudizio sarebbe stata rispettata la proporzionalità.

‘Evitare l’uso della forza’

Secondo Ghisletta, è opportuno che la Città promuova “al più presto spazi per i giovani e per le culture alternative”. Ma non solo. Nella precedente risposta, ricordiamo, l’esecutivo ha spiegato che durante la serata non è stato richiesto l’intervento dei servizi di prossimità del Comune, vuoi perché non esiste un servizio di picchetto, vuoi perché questi non sono formati, vuoi perché sono “figure generalmente non riconosciute dai giovani”. Ebbene, per il consigliere bisogna lavorare proprio su questo punto: “Per cercare in futuro di evitare l’uso della forza nei confronti di giovani e di realtà alternative a Lugano, non è possibile organizzare un picchetto che consenta di far intervenire tempestivamente degli operatori sociali di prossimità (appositamente formati) durante il fine settimana in caso sorgessero problemi di disturbo della quiete pubblica sollevati dal vicinato?”. Una modalità di dialogo “più efficace del tentativo di discussione messo in atto da parte di agenti in divisa, che purtroppo nell’episodio di Villa Saroli non hanno potuto risolvere pacificamente la problematica”.

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