Luganese

Caso Eitan, il fermo effettuato dalle Guardie di confine?

Sarebbero state le autorità federali a controllare ad Agno le persone poi decollate

Non è stato fermato ad Agno
(Keystone)
10 novembre 2021
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A smentire il coinvolgimento della polizia cantonale nella vicenda del piccolo Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone lo scorso 23 maggio e portato illegalmente dal nonno paterno Shmuel Peleg in Israele, ci ha pensato la Procura. “Non risultano i controlli della Polizia cantonale a cui fanno riferimento le autorità italiane. L’incarto al momento è ancora aperto. Sono già stati eseguiti degli accertamenti per chiarire e ricostruire le circostanze del passaggio sul territorio ticinese del bambino”. Una precisazione necessaria dopo la notizia del mandato di arresto internazionale per il nonno e l’accusa da parte delle autorità italiane alla polizia ticinese di aver fermato e poi lasciato ripartire l’automobile con a bordo il 63enne (con un complice) e il piccolo. Chi è stato allora a effettuare il controllo tanto discusso in Italia? Sarebbero state le Guardie di confine a controllare le persone? I tre passeggeri si sono poi imbarcati all’aeroporto di Lugano-Agno in direzione di Tel Aviv a bordo di un aereo privato.

‘Chiedete alla polizia italiana’

Da noi contattate le Guardie di Confine non hanno però voluto esprimersi. «A causa della protezione dei dati personali, non possiamo fornire alcuna informazione su un caso individuale. A titolo generale, i controlli si basano su un’analisi dei rischi e della situazione, elaborandola se necessario, in collaborazione con le nostre autorità partner nazionali ed estere. Per motivi tattici strategici non possiamo fornire informazioni dettagliate sulle nostre misure di controllo». Per le informazioni sul fermo, che è avvenuto ad Agno nel primo pomeriggio, ci è stato inoltre consigliato di rivolgerci alle autorità di polizia italiana. Per far luce su quanto avvenuto in territorio elvetico è stata avviata, nelle scorse settimane, una serie di accertamenti da parte del procuratore pubblico Pablo Fäh.

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