Luganese

Accoltellamento di Lugano, perizie decisive per il movente

L'avvocato di difesa Iuliucci: la pista terroristica va esclusa. Al setaccio ogni contatto avuto dall'autrice del tentato omicidio intenzionale

L’accoltellamento è avvenuto il 24 novembre scorso al sesto piano della Manor di Lugano
(TiPress)
19 gennaio 2021
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«Contrariamente a quanto sostenuto dalla polizia cantonale, non vi sono allo stato attuale indizi che portino a credere al movente terroristico». A due mesi dall'accoltellamento avvenuto al sesto piano alla Manor di Lugano il 24 novembre scorso, l'avvocato di difesa Daniele Iuliucci, patrocinatore della 28enne di Vezia che si trova in detenzione al carcere della Farera, esclude che la sua assistita, da anni in invalidità psichiatrica, abbia agito in nome dello Stato islamico e allontana la vicenda da possibili legami con il terrorismo. «È vero, c'è stato quel suo viaggio in Siria nel 2017. Ma l'esito delle indagini dice tutto: il Ministero pubblico della Confederazione aveva aperto e archiviato l'inchiesta e la giovane era stata ricoverata all'ospedale psichiatrico».

L'inchiesta affidata alla procuratrice federale, Elisabetta Tizzoni 

Immutate le accuse nei confronti della 28enne: tentato omicidio intenzionale, lesioni personali gravi e violazione della legge federale sul divieto dei gruppi Al-Qaeda e Stato islamico. Tre ipotesi di reato che, se confermate, possono contemplare una condanna fino a 15 anni di carcere. Le prime due imputazioni si riferiscono all'accoltellamento avvenuto all'ultimo piano della Manor di Piazza Dante ai danni di una cliente che si trovava al reparto hi-fi e alla stretta al collo di una seconda cliente. L'autrice, che non conosceva le due vittime, ha agito dopo aver preso l'arma da taglio direttamente dagli scaffali del reparto casalinghi. La colluttazione è stata facilmente ricostruita dagli inquirenti, dal momento che è stata interamente ripresa dai circuiti interni di video sorveglianza presenti nel grande magazzino. Il coltello utilizzato, secondo le risultanze dell'inchiesta, non è di grandi dimensioni. Il terzo capo d'imputazione riguarda il sospetto che la donna abbia agito per conto dell'Isis o di un'organizzazione criminale. Un'imputazione sulla quale l'avvocato di difesa, Iuliucci, annuncia battaglia, assicurando che richiederà di farlo stralciare dai capi d'accusa, ritenendolo estraneo all'inchiesta penale. Titolare dell'inchiesta è la procuratrice pubblica federale, Elisabetta Tizzoni, ticinese, già segretaria giudiziaria al Ministero pubblico dell'allora procuratrice pubblica, Fiorenza Bergomi. 

Si attende la perizia psichiatrica del dottor Carlo Calanchini  

Qual è dunque il movente dell'accoltellamento messo in atto dalla cittadina del Luganese? Rimane a tutt'oggi questa la domanda al centro della vicenda giudiziaria. Mitomania? Schizofrenia? Oppure, la 28enne era realmente stata reclutata dallo Stato islamico, facendo breccia su una personalità fragile, come avviene non di rado, secondo diverse indagini condotte dagli esperti, nazionali e internazionali, che si sono cimentati sul fenomeno. Di certo, per l'avvocato di difesa saranno due i punti che daranno un orientamento chiaro all'indagine sul caso luganese: da un canto l'allestimento della perizia psichiatrica, affidata al dottor Carlo Calanchini, il quale dovrà tracciare all'indirizzo degli inquirenti federali un profilo della personalità dell'accusata e indagare appunto sui possibili motivi che hanno spinto la 28enne ad armarsi e ad aggredire le due clienti della Manor; e dall'altro, una perizia tecnica, anch'essa in corso, che si prefigge lo scopo di passare al setaccio ogni contatto telefonico, via sms, per e-mail, avuto dalla donna nel periodo precedente l'accoltellamento. È su questo fronte delle indagini che gli inquirenti del Ministero pubblico della Confederazione si concentreranno per arrivare a confermare o a escludere eventuali collegamenti tra la 28enne e il terrorismo internazionale. 

La difesa da febbraio chiederà l'espiazione anticipata della pena

I tempi delle indagini? Il prossimo 24 febbraio scadranno i tre mesi di carcerazione preventiva ordinati dal Ministero pubblico della Confederazione per la 28enne. «Entro questa data - fa sapere l'avvocato difensore, Daniele Iuliucci - sia la perizia psichiatrica sia la perizia tecnica dovrebbero essere concluse. E da qui, a mio avviso, l'inchiesta risulterà più chiara ed escluderà legami con il terrorismo». Il legale annuncia intanto di non essere intenzionato ad avanzare istanze di scarcerazione, neppure una volta scaduti i tre mesi fissati dagli inquirenti, ma che anzi richiederà la possibilità di espiazione anticipata della pena da parte della sua assistita. La competenza del caso giudiziario, finora senza precedenti in Ticino, resta federale. Tuttavia l'inchiesta si svolge in italiano, nella lingua dell'imputata, la quale, una volta conclusa l'inchiesta, sarà con tutta probabilità rinviata a processo davanti al Tribunale federale di Bellinzona. 

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