Epilogo in aula penale per il caso milionario di Paradiso: 22 mesi sospesi, il maltolto è stato rimborsato

È stata condannata a 22 mesi di detenzione, sospesi però con la condizionale, due gli anni di prova, la farmacista di Paradiso che aveva truffato, con la complicità di diversi suoi pazienti, diverse casse malati, la Suva e l'Assicurazione invalidità. La donna, una 52enne svizzera, ha già risarcito il maltolto.
Di conseguenza le parti danneggiate si sono dichiarate disinteressate al procedimento, che si è svolto in pochi minuti con rito abbreviato (e pure in anticipo rispetto all'orario di pubblicazione) davanti alle Assise correzionali di Lugano. La difesa e la giuria hanno accettato l'atto d'accusa firmato lo scorso maggio dalla allora procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi.
Un caso abbastanza eclatante, quello di Paradiso, vuoi per le sue dimensioni – la farmacia riuscì a farsi versare importi non dovuti per oltre 1 milione e mezzo di franchi – vuoi per il coinvolgimento dei pazienti, alcuni dei quali sono già stati condannati tramite decreto d'accusa.
I fatti si svolsero sull'arco di ben 9 anni, dal 2007 all'otto settembre 2016, quando la polizia piombò nella farmacia avviando perquisizioni e interrogatori. Il meccanismo della truffa era il seguente. La farmacista, direttamente o tramite i suoi dipendenti, trasmetteva all'intermediario Ofac (la cooperativa dei farmacisti svizzeri) le fatture relative alla vendita di medicamenti prescritti da ricette mediche, che in realtà non venivano forniti ai pazienti,, o almeno nelle quantità descritte. Pazienti che in cambio della loro complicità ricevevano buoni per acquistare altri prodotti. Se l'importo fatturato tramite le fatture farlocche ammontava a 1 milione e 530mila franchi, l'indebito profitto conseguito dalla donna è assai inferiore, essendo stato quantificato dall'indagine in 489'600 franchi.