Un giovane aveva contestato la condanna per tentata violenza carnale. La Corte d'Appello l'ha però riconosciuto colpevole anche di un secondo episodio
Da diciotto a trenta mesi. La Corte d'appello e di revisione penale (Carp) ha decisamente inasprito la condanna nei confronti di un giovane – all'epoca dei fatti ventenne – che aveva impugnato la sentenza di primo grado, che nel gennaio del 2018 lo condannò tentata violenza carnale nei confronti dell'ex compagna (che era allora minorenne). La Corte delle Assise criminali presieduta da Amos Pagnamenta l'aveva giudicato anche colpevole di aggressione, danneggiamento e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Fu invece prosciolto dall'accusa – promossa dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni – di coazione sessuale nei confronti di una turista di mezza età.
La Carp – composta da Giovanna Roggero-Will (presidente), Rosa Item e Francesca Lepori Colombo – ha però ribaltato la sentenza. Intanto respingendo integralmente il ricorso del giovane. Il condannato contestava in pratica l'intero impianto accusatorio: già durante l'inchiesta sfociata nella prima condanna aveva sostenuto di non ricordare le violenze sessuali. Nel 2016, dopo aver cercato di stuprare l'ex compagna, la costrinse a un rapporto orale. L'anno dopo, aggredì in un sottopassaggio a Lugano anche una turista di mezza età, costringendo anche lei a un rapporto orale. Assalti che l'imputato aveva detto di non ricordare, a causa del forte consumo di alcol.
Siccome anche il racconto della turista non era stato giudicato lineare, la Corte presieduta da Pagnamenta l'aveva prosciolto per quell'episodio. Tuttavia la donna, costituitasi accusatrice privata, ha impugnato anche lei la sentenza chiedendo – oltre alla condanna per l'aggressione subita – anche un risarcimento (dimezzato dalla Carp rispetto all'istanza) per torto morale. E alla sentenza in primo grado è seguito anche un terzo ricorso: quello della pp, che sostanzialmente chiedeva la stessa cosa dell'accusatrice privata (risarcimento escluso), e che è stato integralmente accolto.
La sentenza della Carp è stata pronunciata il 30 maggio scorso e inviata alle parti. I trenta mesi di condanna sono parzialmente sospesi: la pena espiativa, fissata già da Pagnamenta a nove mesi, è stata confermata. Il giovane, interrotto l'abuso di alcolici, sembrerebbe essere tornato sulla giusta strada. Per lui sarebbe stato trovato un posto di tirocinio e la Corte ravviserebbe una prognosi favorevole.