Luganese

Fu 'reato' la fuga di immagini dalla galleria San Salvatore

Lo conferma il Consiglio di Stato rispondendo a un'interrogazione: è stata aperta un'inchiesta, poi sospesa, per violazione del segreto d'ufficio

Ti-Press
11 novembre 2018
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"Un'azione intenzionale e illecita di un singolo individuo che ha commesso un reato”. A otto mesi dai fatti, il Consiglio di Stato (Cds) – rispondendo a un'interrogazione interpartitica (primo firmatario: Henrik Bang (Ps) – lo conferma: dietro la fuga di immagini di un incidente frontale avvenuto nella galleria del San Salvatore nella notte tra il 1 e il 2 marzo 2018 ci fu un atto penalmente perseguibile. “La Polizia cantonale, preso atto dai media della fuga di notizie, ha immediatamente avviato gli accertamenti interni necessari e segnalato la fattispecie e il conseguente sospetto di violazione del segreto d'ufficio al Ministero Pubblico. Quest'ultimo ha aperto un procedimento penale per il reato summenzionato nei confronti di ignoti. L'inchiesta ha stabilito che le immagini delle telecamere di sorveglianza della galleria che sono state divulgate dai media, non sono state estrapolate dal sistema, ma si tratta della registrazione video della schermata di un computer tramite un telefono cellulare, poi diffuso in una chat aperta a un grande numero di persone”.

Il Cds sottolinea che nonostante le indagini non è stato finora possibile risalire al colpevole e che l'inchiesta è stata sospesa il 18 giugno. Il governo sottolinea pure che nonostante i fatti le misure di sicurezza vigenti sarebbero sufficienti e ricorda che a essere proprietario delle telecamere sull'asse autostradale sia l'Ufficio federale delle strade (Ustra), mentre la loro gestione è demandata alla Polizia cantonale. Entrambi hanno tramite login al sistema a cui sono collegate le telecamere.

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