Luganese

Mon Repos: 'Negozi chiusi a tutela della quiete... serale'

Il Tribunale federale ha respinto un ricorso presentato dal Parco commerciale Grancia 1 contro il verdetto dei giudici ticinesi, che negava chiusure più tardive

4 ottobre 2018
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Una sentenza che ribalta la linea fin qui seguita, destinata a far giurisprudenza. Il Tribunale federale (Tf) ha respinto il ricorso del Parco commerciale di Grancia 1 (Pcg) contro il verdetto dei giudici ticinesi che, confermando a loro volta la decisione del Consiglio di Stato, avevano negato alla società l’estensione degli orari di apertura dei negozi. Ed è, quella di Mon Repos, una sentenza significativa: per la prima volta a sostegno delle proprie tesi l’Alta Corte federale cita la quiete serale come degna di protezione, al pari di quelle notturna e festiva. La questione era stata già sollevata dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram) nell’ambito della stessa vertenza. Ma, stando a nostre informazioni, è la prima volta che viene sollevata dal Tf.

La società che gestisce il centro commerciale del Pian Scairolo si era fatta avanti col Consiglio di Stato nell’agosto del 2016, chiedendo di allungare gli orari di apertura dei propri negozi. L’istanza, nello specifico, chiedeva di chiudere al più tardi alle 19 nei giorni lavorativi, sabato compreso ma domenica esclusa quindi. «Allora era un’esigenza reale – sostiene il direttore Fabio Canciani –, a causa della vicinanza con concorrenti nel comune di Lugano, che potevano chiudere più tardi rispetto a noi». La Città beneficia infatti delle deroghe concesse dal Cantone ai Comuni di confine. Un privilegio esteso evidentemente anche a quegli ex comuni aggregati nel polo. «In particolare, dover chiudere alle 17 al sabato è penalizzante. Alcuni negozianti ci hanno detto che stavano valutando di trasferire l’attività per beneficiarne» ricorda Canciani. La richiesta viene tuttavia respinta dal governo – che ritiene non vi siano i presupposti di legge –, ma gli imprenditori non si perdono d’animo e ricorrono al Tram. Anche quest’ultimo respinge l’opposizione. Il Pcg imbocca la strada per Losanna.

Finora considerati notti e festivi

Il fulcro della vertenza è legato alla libertà economica. Secondo il Tram le condizioni per limitarla erano date: respingendo la richiesta non si ledevano né i principi della preminenza del diritto federale e del federalismo, né la garanzia di proprietà, né il principio di uguaglianza. Il Tf a sua volta sostiene che “la mancata concessione della deroga richiesta non comporta una grave limitazione della libertà economica della (società, ndr) ricorrente”. Una restrizione di questa libertà sarebbe giustificata da un interesse pubblico. E quest’ultimo è ravvisato proprio nel mantenimento dell’ordine pubblico. Tuttavia, come confermano le sentenze precedenti – emanate a cavallo degli anni Novanta e Duemila –, Mon Repos aveva sin qui ritenuto d’interesse pubblico solo la tutela della quiete durante i giorni festivi e nelle ore notturne (secondo la Legge del lavoro, queste ultime iniziano alle 23). Interesse che viene ora esteso alle ore serali.

L’esigenza manifestata dal Pcg non è notoriamente l’unica, tant’è che nel marzo del 2015 il Gran Consiglio ha approvato la nuova legge sui negozi. Quest’ultima promette di semplificare notevolmente il complesso sistema di deroghe attualmente in vigore – oltre agli esercizi situati in territori “di confine”, concerne anche quelli turistici –, estendendolo fondamentalmente a tutti. La legge tuttavia non è ancora entrata in vigore, portando esercenti e imprenditori ad armarsi di pazienza. «Peccato, ma pace – il commento di Canciani sulla sentenza –, andremo avanti come finora, sperando nella nuova legge».

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