Luganese

Lugano, non si tocca la villa storica di Montarina

Il Tribunale federale boccia il ricorso dei proprietari, il loro progetto ‘che avrebbe danneggiato il paesaggio’ sconfessando il Municipio.

Fonte: Stan
19 ottobre 2018
|

I proprietari non potranno ristrutturare il villino storico situato nel quartiere di Montarina a Besso. Il Tribunale federale in una sentenza pubblicata ieri, ha infatti respinto il ricorso presentato dal loro legale. Una sentenza che mette la parola fine a una vertenza cominciata quattro anni fa con la presentazione della domanda edilizia. La questione era stata pure oggetto di un’interrogazione interpartitica e di un ampio dibattito in Consiglio comunale.

L’interrogazione chiedeva spiegazioni al Municipio che nel maggio 2015 aveva rilasciato la licenza edilizia ai proprietari intenzionati a ristrutturare il villino, con modifiche interne, e a edificare uno stabile nuovo di quattro livelli, di cui uno interrato, previsto parallelamente a via Tommaso Rodari. Nel frattempo, però, è entrata in vigore la variante pianificatoria sui beni culturali di Lugano che prevede la tutela della casa e del suo giardino, avviata nel 2011 e approvata nell’aprile dell’anno scorso dal Consiglio di Stato. Consiglio di Stato che, dopo il preavviso favorevole, in prima istanza, ha cambiato posizione e sconfessato la Città accogliendo l’opposizione di un privato e annullando la risoluzione municipale. Contro tale decisione, il legale dei proprietari ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (Tram) che ha confermato l’impostazione del governo. Da qui, l’ulteriore ricorso al Tribunale federale in cui i proprietari hanno peraltro richiamato la decisione del Municipio di Lugano, basata sulla valutazione dell’Ufficio dei beni culturali, per ammettere l’adeguatezza dell’inserimento del progetto nel paesaggio nell'ambito del rilascio della licenza edilizia. Una valutazione che però, come rilevato dal Tribunale federale, “è essenzialmente incentrata sulle sole esigenze di protezione della villa storica esistente”.

Evitato ‘grave danno al paesaggio’

I giudici di Mon Repos, come detto, hanno confermato le conclusioni del Tram che, nella vertenza, non ha rilevato alcuna violazione del diritto dei proprietari di essere sentiti. Sconfessata pure la tesi dei ricorrenti secondo cui il Tram avrebbe ammesso arbitrariamente l’esistenza di un danno grave al paesaggio. Un paesaggio che nella collinetta è meritevole di conservazione. Tanto che pure l’inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos) ha definito il quartiere Montarina composto “di ville e palazzine entro giardini, oggi frammiste a nuove case e condomini abitativi; inizio sec. XX”. Respinto inoltre il rimprovero dei ricorrenti alla Corte cantonale che avrebbe arbitrariamente ristretto il perimetro oggetto di valutazione al solo isolato in cui è ancora preservato il carattere della “città giardino” promossa all’inizio del secolo scorso dall'architetto Americo Marazzi.

Non solo. I giudici di Mon Repos hanno poi rilevato che i materiali di costruzione dello stabile progettato (muratura e cemento armato), la sua pianta irregolare, gli angoli smussati delle facciate, il tetto piano, l’ampiezza delle terrazze, la forma e la configurazione asimmetrica delle aperture e delle sporgenze, costituiscono soluzioni non adattate al contesto e prive di relazione con la sostanza edilizia dell’isolato. Quindi, anche se dovesse ossequiare i parametri edilizi della zona, la nuova costruzione, per la sua tipologia costruttiva estranea all’ambiente, non rispetta il principio dell’inserimento ordinato e armonioso nel paesaggio e non può essere autorizzata.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE