Locarnese

Giovani che parlano ai giovani per cercare una direzione

Locarno, in collaborazione con Radix e il Cantone, promuove una ricerca tra pari. L’obiettivo: trovare idee per una Città migliore

Per una comunicazione che vada oltre quella digitale
(Ti-Press)
19 ottobre 2022
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Raccogliere esperienze, punti di vista e opinioni su come si vive nella regione, quali difficoltà si incontrano, quali domande si hanno e quali risposte si possono trovare. Come? Conversando, descrivendo situazioni, facendo interviste e stando fra giovani per raccontarsi e conoscersi. L’obiettivo è consegnare alla Città le idee per migliorare le opportunità di vita per la fascia dai 16 ai 20 anni. Sono gli estremi di "Giovani intervistano altri giovani", la ricerca tra pari che scatterà a gennaio nell’ambito del progetto di intervento precoce svolto dalla Città di Locarno in collaborazione con Radix Svizzera italiana, coinvolgendo diversi enti di interesse che si occupano di giovani a livello regionale.

La collaborazione con Radix vuole evidentemente essere, per la Città, uno strumento di comprensione e di interazioni con il mondo giovanile, in questo periodo purtroppo finito spesso sotto la lente a causa di alcuni episodi di violenza verificatisi specialmente nella zona della Rotonda di Piazza Castello. Se è pur vero che le espressioni di disagio ci sono sempre state e che a essere cambiata è oggi la mediatizzazione degli episodi determinata dall’immediato coinvolgimento della rete (e in questo senso fra le ipotesi c’è una campagna sull’uso o abuso dei social, informa la capodicastero Giovani Nancy Lunghi), lo è altrettanto che queste stesse espressioni non devono venire banalizzate, ma semmai analizzate a fondo. Chiedere pertanto ai ragazzi dai 16 ai 20 anni di interagire con i loro coetanei per sondarne l’animo, le aspettative, le frustrazioni e i bisogni significa dunque concedere alla comunità intera un’opportunità estremamente interessante.

Un gruppo di lavoro ha elaborato due progetti concreti: la realizzazione partecipata di una mappatura dei servizi utili ai giovani e alle loro famiglie nella regione e, appunto, la ricerca tra pari per capire come stanno i giovani a Locarno, cosa permette loro di stare bene e cosa invece crea disagio e difficoltà.

Per partire concretamente con questo secondo progetto, si cercano ora giovani "ricercatori" e "ricercatrici" tra i 16 e i 20 anni ai quali, con la formazione e l’aiuto di esperti, si chiederà di raccogliere interviste tra i loro coetanei. La ricerca avrà luogo tra gennaio e maggio 2023 con l’obiettivo di consegnare alla Città le idee per migliorare le opportunità di vita per questa fascia di età. A chi si metterà a disposizione verrà riconosciuto un contributo economico per il tempo e le spese sostenute. Le informazioni di dettaglio sul progetto verranno fornite mercoledì 14 dicembre alle 18 al Centro Giovani di Locarno (maggiori info chiamando lo 079 934 26 20 o scrivendo su Whatsapp allo 076 361 75 02).

Il buon esempio di Mendrisio

Un’esperienza simile era stata sviluppata alcuni anni fa a Mendrisio, tramite il "Progetto Dixit". Alla "Regione" lo ricorda Vincenza Guarnaccia, operatrice di Radix Svizzera italiana e responsabile del programma di intervento precoce a favore dei giovani in situazioni di vulnerabilità, coordinato da Radix su mandato dell’Ufficio giovani e famiglie del Cantone. «Quella di Mendrisio era stata una ricerca tra pari che aveva coinvolto un gruppo di ragazzi e aveva l’intento di capire come vivevano sul territorio cittadino, isolando sia gli elementi che sostengono la promozione del benessere, sia quelli che determinano situazioni di vulnerabilità. La ricerca era stata restituita al Municipio di Mendrisio con alcune indicazioni, poi portate avanti dalla Città stessa».

‘Dare ai ragazzi uno spazio di partecipazione’

Ciò che viene fatto a Locarno «fa quindi già parte di un’esperienza che, come Radix, abbiamo sviluppato in questi anni nell’ambito di un programma di intervento precoce a favore dei giovani in situazioni di vulnerabilità – aggiunge Guarnaccia –. Il processo iniziato adesso era nato un anno fa coinvolgendo diversi enti intorno al tema, guardando alle risorse già presenti per i giovani e agli ostacoli. Ma ciò era stato fatto con gli adulti ed era scaturito nella creazione di un gruppo di lavoro con rappresentati i diversi enti sul territorio. Questo gruppo ha da una parte portato avanti una mappatura partecipata dei servizi, e dall’altra sottolineato l’importanza di sentire i giovani, dando quindi loro uno spazio di partecipazione. Spazio che emergerà, anche a Locarno, con la ricerca tra pari che valorizzerà la voce dei giovani all’interno di una riflessione comunitaria. Si pensa che ciò possa determinare un contributo attivo dei ragazzi, ma anche rafforzare il loro senso di appartenenza alla comunità: sono entrambi aspetti che favoriscono il benessere».

La vera differenza si può dunque fare mandando i giovani sul terreno per interagire con i pari età, sottolinea Guarnaccia, che parla della possibilità di «valorizzare le competenze dei giovani, iniziando a guardarli come portatori della capacità di mettere in atto loro stessi dei cambiamenti. Poi, naturalmente, c’è il tema della "peer education", ovverosia l’educazione fra pari. In questo caso l’obiettivo non è tanto trasmettere delle informazioni, ma andare verso altri giovani per capire come stanno. L’aspetto interessante è che questa cosa viene fatta dai giovani stessi, con una condivisione di esperienza e linguaggio».

Ciò che può emergere sono proposte di miglioramento o misure minime, sullo stile di quanto successo a Mendrisio, dove dopo una prima fase di interazione era nato un forum dei giovani, che aveva poi avanzato delle proposte alla Città (skatepark, riavvio del Centro Giovani); Città che arriva poi ad avere anche verso i giovani un approccio comunitario. «Il concetto è che più punti di vista si raccolgono, meglio si può rispondere ai bisogni di tutti», considera l’operatrice di Radix. Con l’incontro del 14 dicembre, conclude Vincenza Guarnaccia, «si cercherà di coinvolgere un gruppo di giovani che dia avvio alla ricerca fatta dai e con i loro pari età. Bisognerà innanzitutto capire dove andare a trovare i coetanei da interpellare, e cosa chiedere loro. Tutto questo dovrà servire anche per cambiare lo sguardo della comunità sui ragazzi; uno sguardo che vada ben oltre i fatti di cronaca».

Fatti di cronaca che per altro esistono e vanno, se possibile, prevenuti. Approfittando dell’acquisto della Rotonda dal Cantone, la Città sta riflettendo se e come potenziare la videosorveglianza dello spazio interno, teatro dell’ultima aggressione sfociata in 5 arresti.

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