Locarnese

Volontariato, la gratuità che arricchisce

In Svizzera lo pratica 1 persona su 4, anzi di più. Una risorsa preziosa che è linfa vitale per la collettività. Alcune testimonianze dal Locarnese

Dati dell'Osservatorio del volontariato Svizzera 2020 (Foto Ti-Press)
2 dicembre 2020
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Nella galassia di cifre che di questi tempi restituiscono un quadro della nostra società a tinte piuttosto cupe, è possibile scorgerne alcune dotate di un bagliore che incoraggia. Come quel 39% relativo alle persone che in Svizzera sono attive nel volontariato all’interno di associazioni di carattere sociale, sportivo, culturale o ambientale, numero che sale al 46% per la pratica informale. A mettere in evidenza i dati, indice di una solidarietà diffusa e costante nel tempo, è la Conferenza del volontariato sociale (Cvs) che riunisce le organizzazioni impegnate in tale ambito nella Svizzera italiana. Lo fa in vista della Giornata internazionale del volontariato in programma sabato 5 dicembre, occasione per ringraziare chi si dedica a questa pratica e valorizzarne il prezioso apporto alla collettività. Nel difficile anno che stiamo attraversando si tratta di un servizio che ha marcato assenza in molte sue forme tradizionali, ma che al contempo è cresciuto con spontaneità su terreni in cui sono sorti nuovi bisogni. Da un lato, osserva la Cvs, le categorie a rischio hanno dovuto interrompere le proprie attività, fatto di grande rilevanza considerando che circa il 40% degli over 65 è impegnato nel volontariato; dall’altro la crisi pandemica ha fatto emergere numerose azioni di aiuto e solidarietà che hanno visto attivarsi molti giovani. Ma cosa porta il volontariato nell’esistenza di chi lo vive? Abbiamo raccolto alcune testimonianze, colme di entusiasmo ma prive di protagonismo, di persone attive nel Locarnese sul versante sociale.

L’abilità di condividere il tempo

«Non si viene pagati ma si riceve tantissimo – dice Martina, segretaria in ospedale e residente a Cavigliano, che in estate da oltre 10 anni anima le colonie integrate della Pro Infirmis –. Organizziamo dei pomeriggi con bambini dai 5 ai 12 anni sia normodotati che con disabilità. Quando ho iniziato per me era l’ideale perché i miei figli avevano 5 e 6 anni quindi potevo dedicarmi a questa attività portandoli con me e allo stesso tempo trasmettevo loro un insegnamento. È una gran gioia fare contenti i bambini, riempie il cuore, e fa pure piacere aiutare altri genitori a prendersi del tempo per sé. Inoltre ora anche mia figlia e mio marito fanno i volontari per Pro Infirmis. Vedere coinvolta la mia famiglia è bellissimo».

A spiegare il valore di questi contributi per l’organizzazione che fornisce consulenza e sostegno sul territorio nazionale a persone con disabilità è il direttore della sezione ticinese Danilo Forini: «Il nostro cantone è l’unico in cui Pro Infirmis dispone di volontari. Sono circa 250-300 accanto a 150 professionisti e ne siamo molto fieri. Ogni volontario è una possibilità in più di rispondere positivamente a delle richieste, oltre che di instaurare relazioni, contatto umano e portare compagnia. Ci sono quelli che si occupano dei trasporti di persone con difficoltà motorie, altri che fanno attività nel tempo libero, sia individuali come trovarsi a bere il caffè o a passeggiare, sia in gruppo come andare a vedere l’hockey o in vacanza al mare». I volontari, sottolinea Forini, non portano via il lavoro ai professionisti, ma permettono di fare qualcosa in più per garantire una qualità di vita maggiore agli utenti dell’associazione: «Sono un plusvalore a cui teniamo molto. In questo periodo i gruppi sono bloccati, ma appena usciremo dalla crisi ci sarà una gran voglia di tornare ai momenti di socializzazione. Chi vuole unirsi è il benvenuto».

Accompagnamento e ascolto nella malattia

Paolo di Avegno, in pensione da tre anni, è volontario dell’Associazione Triangolo che segue pazienti oncologici. «Mi occupo di accompagnare con la vettura le persone negli studi medici o a fare radioterapia a Lugano. Conoscevo l’associazione perché era nostra cliente alla Posta di Locarno, così al momento della pensione ho chiesto di poter entrare perché volevo dedicare un po’ del mio tempo agli altri. È una grande soddisfazione dare una mano a chi ha bisogno, mi arricchisce molto – dice riferendosi a una gratificazione emotiva e relazionale –. Ci sono alcune persone che si aprono, con cui si instaura un rapporto, altre invece sono più chiuse, magari perché preoccupate: io rispetto il loro sentimento e non faccio domande, ma sono sempre disponibile all’ascolto. Chiaramente mi dispiace per la loro situazione, ma capita a volte di incontrarle tempo dopo e quando mi dicono che le cure hanno funzionato è una grande emozione».

«I volontari a disposizione in vari modi del malato e della famiglia sono stati determinanti per la nascita dell’Associazione Triangolo – racconta la presidente della sezione Sopraceneri, Anna Pedrazzini –; questa è sorta proprio per creare un gruppo di volontari che collaborasse con gli oncologi attivi sul territorio. Gli stessi medici si sono accorti che ai pazienti mancava un sostegno più sociale, qualcuno disponibile a offrire tempo e attenzione. Inizialmente era un gruppo di 4-5 persone che sosteneva i pazienti più soli e bisognosi. Poi col tempo l’associazione si è sviluppata, ha aggiunto altri servizi come quello di cure palliative, l’operatore sociale, la psico-oncologa, ma i volontari restano comunque l’anello di congiunzione tra i pazienti e i professionisti, sono quelli con un orecchio più aperto e sensibile e che più facilmente fanno da trait d’union».

Nutrire il corpo e le relazioni

A Gordola troviamo Paola, amministratrice che da anni è volontaria per Tavolino Magico, associazione presente in vari cantoni che recupera generi alimentari destinati al macero ma perfettamente commestibili e li distribuisce a persone bisognose: «Sono coordinatrice assieme a un collega di uno dei due centri di distribuzione a Locarno e mi occupo di gestire l’arrivo e la consegna della merce il giovedì pomeriggio. Incontriamo persone molto in difficoltà, tante famiglie monoparentali, donne sole con figli che cercano di barcamenarsi e fanno affidamento su di noi. Non riusciamo a coprire tutto il loro fabbisogno settimanale, ma siamo un aiuto, anche per altre richieste come ad esempio gli abiti per la scuola montana dei figli che raccogliamo tra di noi». Oltre ai bisogni di tipo pratico è forte la necessità di relazionarsi, avere consigli. «A fine giornata sono stanca perché veniamo molto sollecitati, ancora di più con la pandemia, ma c’è uno splendido scambio anche tra culture diverse e sono davvero soddisfatta».

«Grazie a 320 volontari – spiega Simonetta Caratti, responsabile per la comunicazione dell’associazione – Tavolino Magico può distribuire ogni settimana 12 tonnellate di cibo a 1’800 persone in difficoltà e a mense sociali nella Svizzera italiana. Farlo durante una pandemia richiede molta dedizione e responsabilità. Nei nostri 14 centri di distribuzione non si consegna solo frutta, verdura, carne, pane, ma l’aiuto spesso va ben oltre, c’è chi fa un regalo per Natale ai bimbi, chi aiuta in altri modi. Attraverso il contatto tra volontari e beneficiari, che spesso sono anche vicini di casa, si costruiscono quei rapporti che sono la linfa della comunità e contribuiscono a creare un tessuto sociale più solidale e coeso».

 

'Volontariato Ticino' è a disposizione delle persone desiderose di dare il proprio contributo per orientarle in base a interessi e disponibilità di tempo: www.volontariato-ticino.ch.

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