Locarnese

Trascinò un agente con l'auto, tassista alla sbarra

Nel 2015 al Carnevale di Brissago l'imputato forzò un posto di blocco. Il poliziotto, dopo diversi metri, lasciò la presa e rotolò sull'asfalto

Ti-Press
26 giugno 2019
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Una pena detentiva di 15 mesi, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di 3 anni, e 30 aliquote giornaliere da 50 franchi l’una. È la richiesta di pena formulata ieri dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, per il tassista comparso oggi alla sbarra di fronte alle assise correzionali di Locarno (in Lugano). L’imputato, la sera del 21 febbraio 2015, mentre era in corso il Carnevale di Brissago, al volante del suo taxi non si era fermato a un posto di blocco e ha trascinato un agente (a quell’epoca in forze alla Polizia comunale di Ascona) per diversi metri.

L’uomo in divisa, aggrappatosi al piantone dell’auto, aveva poi mollato la presa mentre il taxi viaggiava a 28 km/h, rotolando sull’asfalto. Per questo espisodio, il tassista è accusato di esposizione a pericolo della vita altrui, grave infrazione qualificata alle norme della circolazione stradale, impedimento di atti d’autorità, omissione di soccorso e inosservanza dei doveri in caso di incidente. La stessa sera era stato beccato a circolare sulla litoranea tra Brissago e Ascona a velocità folli (a 87 km/h dove c’è un limite di 50 e a oltre 100 nel tratto limitato a 60).

In aula Ruggeri, ricordando che quanto accaduto avrebbe potuto trasformarsi in dramma, ha puntato sulla conferma dell’atto d’accusa, con l’aggiunta, in via subordinata, di lesioni semplici: «Il comportamento dell’imputato – ha affermato – è stato deplorevole e senza scrupoli». L’agente, accusatore privato, tramite il suo rappresentante (la legale Chiara Buzzi), ha chiesto quale risarcimento per spese legali, perdita di guadagno e torto morale, 16mila franchi. Anche il Municipio di Ascona si è costituito accusatore privato, portando avanti una richiesta di 2’834 franchi di risarcimento.

L’avvocato dell’imputato, Yasar Ravi, si è battuto per il proscioglimento da alcuni dei reati, in particolare l’esposizione al pericolo della vita altrui e l’omissione di soccorso. Ammessi invece l’impedimento di atti d’autorità, la grave infrazione alle norme di circolazione e l’inosservanza dei doveri in caso di incidente. Contestate le domande di risarcimento morale e la confisca della vettura. L’avvocato, ritenendo sproporzionata la richiesta dell’accusa, ha domandato alla corte di tener conto, nel commisurare la pena, di diversi aspetti: l’imputato ha ammesso le sue responsabilità, ha riconosciuto di aver sbagliato e ha chiesto scusa. Per due anni non ha potuto lavorare, visto che gli è stata ritirata la patente, e oggi vive in una situazione finanziaria disastrosa. La sentenza è attesa domattina.

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