Locarnese

Cadenazzo-Quartino: si rivoterà per semaforizzare

In giugno, il 'no' al credito di 3,3 milioni di franchi. A colpi di mozione, lo smantellamento delle rotonde torna ora d'attualità

Santa pazienza... (Ti-Press)
5 novembre 2018
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Punto e a capo. Si tornerà al voto per semaforizzare e ‘asportare’ le rotonde attualmente sul tratto stradale tra Cadenazzo e Quartino. Il progetto di fluidificazione, con annessa richiesta di credito di 3,3 milioni di franchi, era sfumato lo scorso 18 giugno in Gran Consiglio, al termine di una votazione che aveva espresso una maggioranza, sì, ma non qualificata (che è prevista per richieste di credito superiori al milione di franchi).

Sono state accolte ieri con 47 sì (24 no e 5 astenuti) le conclusioni della Commissione della gestione delle finanze, che proponeva l’accoglimento integrale della mozione di Giorgio Pellanda (la riproroposizione di quanto in votazione il 18 giugno), parzialmente quella di Fabio Badasci (al Consiglio di Stato, ora, la scelta di inserire nel nuovo messaggio l’introduzione di un ‘rotondone’ alla maniera di Quartino, soluzione adottata in occasione dei lavori Ffs) e considerare evasa quella di Graziano Cugnola (che prevedeva l’introduzione di sensori e telecamere sull’asse).

Nella seduta di ieri, prima del voto, Giorgio Pellanda (Plr) aveva nuovamente invitato al pragmatismo: «Se si vuole dare una mano agli utenti e ai turisti prima che la strada diventi di proprietà della Confederazione (nel 2020 il tratto passerà all'Ufficio federale delle strade, ndr.), dobbiamo intervenire subito». Di qui l’appello «ai colleghi di Luganese, Mendrisiotto, Bellinzonese e delle Valli», affinché «si aiuti il Locarnese a non isolarsi ulteriormente».

Fortemente critico Fabio Bacchetta Cattori (Ppd): «Quando abbiamo proposto la riforma della costituzione cantonale e le modifiche di legge nell’ottica di risanare le finanze di questo Cantone, abbiamo fatto un patto con la popolazione. Abbiamo voluto la norma, l'abbiamo rispettata anche per crediti più importanti. Non sono passati per pochi voti e nessuno chiesto al Gran Consiglio di rivotare». Tra Pellanda e Bacchetta Cattori, anche un pacifico ping pong: «Come avvocato, mi dice quale articolo di legge impedisce di rivotare?», ha chiesto il primo. «Non si può chiedere di rivotare sulla base di una mozione», ha risposto il secondo.

«Se c’è una cosa che il Cantone dovrebbe fare su questo tratto», ha ribadito Bruno Storni (Ps), confermando il ‘no’ di giugno, «è il risanamento fonico, necessario e previsto per legge. Invece si vuole procrastinare, lasciando il tutto alla Confederazione». Per Storni, «l’intervento ha sempre poche probabilità di successo. A meno di 100 metri da quel tratto stradale ci sarà un raddoppio di offerta ferroviaria, l’unico modo per sgravare la strada del traffico selvaggio». Premio all’ironia, infine, alle dichiarazioni di voto della Lega: «Dio benedica l'abolizione dei semafori nel Mendrisiotto» (Zanini); «A Lugano abbiamo semafori da vendere» (Foletti); «Si vuol far rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta» (Ramsauer).

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