Al vaglio l’accorpamento con Cadenazzo e Gambarogno
La riorganizzazione del Corpo pompieri di Bellinzona, con l’aggregazione a quelli di Cadenazzo e di Gambarogno, giunge sui banchi del Consiglio comunale turrito. Obiettivo dell’accorpamento: ottimizzare con urgenza le risorse disponibili, a fronte delle sfide sempre più complesse con cui sono confrontati i militi e per ovviare alla difficoltà di reperire volontari. Bellinzona manterrà il ruolo di Città polo e sarà convenzionata con gli altri Comuni interessati: Cadenazzo, Gambarogno, Sant’Antonino (già convenzionato con Cadenazzo), Arbedo-Castione e Lumino (che sono già con Bellinzona). L’entrata in funzione è prevista nel mese di luglio 2025.
“Nel corso del 2022 i comandanti e vicecomandanti dei tre Corpi pompieri hanno condotto un’analisi sulla situazione della regione. In particolare, sono state identificate e condivise le principali difficoltà e sfide attuali e future”, spiega il Municipio nel suo messaggio al Legislativo. Sono emerse cinque problematiche rilevanti: la carenza di militi volontari disponibili per il picchetto durante l’orario lavorativo; la diminuzione da parte dei datori di lavoro della propensione ad autorizzare i propri collaboratori a svolgere turni di picchetto nell’orario di lavoro; l’ingente impegno richiesto alle persone chiave dei Corpi per le attività di gestione; la necessità di realizzare una nuova caserma a Bellinzona; e, infine, i crescenti problemi di viabilità, che hanno conseguenze sulle tempistiche di mobilitazione dei volontari.
“Per raggiungere gli obiettivi prefissati e rispondere al meglio alle problematiche identificate, verranno uniti i tre Corpi in un unico Corpo, che disporrà di una sede centrale e due sedi distaccate”, continua il Municipio. La soluzione prospettata comporta una convenzione per i cinque Comuni con la Città di Bellinzona, dove si troverà la sede principale. “Per il futuro Corpo pompieri si prevede un unico Comando centralizzato e dei responsabili professionisti per i servizi più importanti, a garanzia della sostenibilità a lungo termine e a sgravio del carico di lavoro gestionale sui volontari. Le due sedi distaccate avranno un responsabile che fungerà da referente per i militi e che manterrà i collegamenti con la sede centrale e con il Comando”. Per il Municipio turrito “la riorganizzazione permette di tenere sotto controllo i costi (nonostante un inevitabile leggero aumento), garantendo una prontezza di intervento su tutto il territorio interessato”. La stima dei costi annuali a carico dei Comuni è di circa 2,55 milioni, contro gli attuali 2,28 milioni. L’aumento è dovuto soprattutto all’armonizzazione (per una maggiore uscita di 215mila franchi) delle indennità per i militi volontari. La quota di riparto del fabbisogno – definita prendendo in considerazione popolazione, stima immobiliare, superficie boschiva – è così ripartita: Arbedo-Castione 8,73%, Bellinzona 69,53%, Cadenazzo 4,95%, Gambarogno 10,29%, Lumino 2,78%, Sant’Antonino 3,73 per cento.