Bellinzonese

Ultima condanna per le botte nell’abitazione in Piazza del Sole

Pena detentiva anche per il terzo giovane che partecipò all’aggressione di un coetaneo insieme a due complici. Uscirà dal carcere tra circa 7 mesi

I fatti risalgono al 2 dicembre 2020
22 giugno 2022
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Terzo complice e terza condanna per l’aggressione avvenuta un anno e mezzo fa in un appartamento di Piazza del Sole a Bellinzona. Questa mattina la Corte delle assise criminali di Bellinzona ha inflitto tre anni di carcere – di cui uno da espiare e i rimanenti sospesi con la condizionale per tre anni – all’ultimo dei tre giovani che la mattina del 2 dicembre 2020 aggredirono per futili motivi un coetaneo che in quel periodo era ospite a casa di uno dei tre picchiatori. Raggiunta da calci e pugni all’interno dell’abitazione, la vittima aveva riportato policontusioni e poliescoriazioni. Dopo le botte, i tre – reduci da una serata di eccessi tra alcol e sostanze stupefacenti – avevano chiuso a chiave la porta dell’appartamento dall’esterno, impedendo alla vittima di uscire per 45 minuti fino all’arrivo dei soccorsi. I pompieri avevano dovuto forzare la porta del terrazzo per entrare nell’appartamento. A supporto delle indagini, il video dell’aggressione girato proprio dal giovane condannato oggi dalla Corte presieduta dal giudice Siro Quadri per i reati di aggressione, sequestro di persona e grave infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti (nel periodo tra marzo e dicembre 2021 ha venduto circa 350 grammi di cocaina). La Corte ha accolto la proposta di pena concordata tra le parti (procuratore pubblico Simone Barca e avvocata Sabrina Aldi).

In carcere dall’11 marzo 2022 (in regime di espiazione anticipata della pena), il giovane uscirà nel febbraio 2023. In aula ha mostrato pentimento per le sue azioni, dicendosi determinato a cambiare vita una volta uscito di prigione, con l’obiettivo di tornare a lavorare e tenersi lontano da droghe e ansiolitici. «Sicuramente un contesto famigliare poco felice, una vita difficile, in passato ha spesso commesso reati – ha detto il giudice Quadri prima di pronunciare la sentenza –. La Corte apprezza però il suo cambio di rotta mostrato in carcere e la collaborazione in sede d’inchiesta. Un segno di miglioramento anche giustificato dal fatto che ci ha detto che quando uscirà di prigione si lascerà aiutare dall’Autorità regionale di protezione per poter riprendere la sua professione». Come detto pure gli altri due giovani coinvolti sono stati condannati, il primo a 30 mesi di carcere, di cui 18 sospesi con la condizionale, e il secondo a tre anni, di cui uno da espiare e i rimanenti sospesi.

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