Bellinzonese

Casa anziani di Sementina: 'Qualcosa non ha funzionato'

A bocce ferme il direttore Silvano Morisoli si china sulla gestione della pandemia. Lega/Udc chiedono la sospensione sua e del capodicastero

La struttura comunale per anziani a Sementina (Ti-Press)
11 giugno 2020
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È a partire dal 18 aprile che nella casa anziani di Sementina la quarantena è scattata per tutti i residenti (anche quelli nei reparti non Covid-19). Lo spiega il Municipio di Bellinzona rispondendo a un’interpellanza (trasformata in interrogazione) inoltrata dalle consigliere comunali dell’Mps Angelica Lepori e Monica Soldini sulla gestione del virus all’interno di questa casa anziani comunale, dove le vittime per coronavirus sono state 21 (su una quarantina di contagiati e un’ottantina di ospiti). “Tutti i residenti presenti anche in questi 2 reparti (ovvero al 2° e al 4° piano, quelli definiti non Covid-19, ndr.) sono stati messi in quarantena precauzionale e pertanto confinati in camera per un periodo complessivo di 14 giorni”, e a quel punto a tutti è stato effettuato il tampone, viene sottolineato nella risposta scritta di qualche giorno fa.

Visite dall'esterno quando non si poteva più?

Una quarantena scattata troppo tardi alla luce del fatto che già il 27 marzo il nostro giornale riferiva di 8 persone risultate positive al virus tra le mura dell’istituto per anziani e del Centro Somen di Sementina? La domanda è lecita e sarà senz’altro affrontata nell’ambito delle verifiche in corso da parte dell’Ufficio del medico cantonale e del Ministero pubblico. Verifiche saranno necessarie anche su altri aspetti che lasciano presagire una gestione lacunosa della situazione, sollevati a più riprese da marzo ad ora dalla ‘Regione’ riportando le testimonianze di alcuni familiari che hanno perso dei congiunti, ed emersi anche dai recenti servizi giornalistici della Rsi. Da quest’ultimi saltano all’occhio in particolare le visite che alcuni parenti avrebbero effettuato all’interno della struttura il 10 e l’11 marzo, nonostante il 9 a livello cantonale si fosse deciso per la chiusura totale, così come la comunicazione carente con le famiglie (che in alcuni casi si sarebbero viste appendere il telefono in faccia dai medici) e l’impossibilità emersa da un paio di testimonianze di potersi recare nella casa anziani per l’estremo al proprio caro sul letto di morte (erano infatti previste deroghe per questo motivo).

'Non sufficiente chiudersi verso l'esterno'

Mentre nei nostri articoli - effettuati non senza difficoltà a causa dell’obbligo imposto ai media di chiedere allo Stato maggiore cantonale di condotta il permesso di parlare con tutti gli interlocutori e a cui sottoporre peraltro ogni testo prima della pubblicazione - il direttore dei quattro istituti comunali Silvano Morisoli non riconosceva alcun errore, ora ai microfoni della Rsi ha ammesso che qualcosa è andato storto. Ha dichiarato infatti che “fino al 13 aprile abbiamo vissuto una situazione di difficoltà. Le mura esterne che erano state erette (il blocco delle visite, ndr.) non erano sufficienti. Probabilmente il nemico era già all’interno della struttura quando sono state erette le mura. Nella struttura purtroppo qualcosa non ha funzionato, e da quel momento mi rendo conto che la comunicazione non è stata il primo aspetto in quanto dovevamo cercare di arginare la diffusione del virus”. Se, ora che l’emergenza sembra essere rientrata, ammette anche che nel momento clou l’aspetto comunicativo è passato in secondo piano, a fine aprile al nostro giornale Morisoli dichiarava di aver ricevuto “riscontri molto positivi da diverse famiglie” e che “ogni qualvolta giungeva una richiesta di informazione è sempre stata evasa”, sottolineando in definitiva che “a noi pare di aver sempre risposto adeguatamente e con modalità comunicative corrette alle differenti richieste”. Solo al termine del mese di aprile, ricordiamo, è stato dichiarato pubblicamente quante fossero le vittime e quanti i contagiati tra gli ospiti della casa. 

'Una critica? La mancata tempestività'

Chiudere tutti i residenti in camera fin da subito non era applicabile, ha aggiunto Morisoli. “All’interno della struttura la vita ha continuato ad esserci, in modo diverso, con rigore e rispetto. Abbiamo probabilmente un paio di filiere che si sono incontrate e da lì c’è stata l’esplosione del virus. Se dovessi sollevare una critica direi la tempestività nel mettere in atto delle misure che finora non avevamo mai messo in atto”. Senza entrare nel dettaglio delle singole case per anziani, il medico cantonale Giorgio Merlani intervenuto a 'Modem' sottolinea che nella trasmissione del virus gioca in effetti un ruolo la rapidità di reazione. “Se non si reagisce in maniera ferrea, immediata e rigorosissima quando si contano 3 casi, si rischia che 3 giorni dopo se ne contano già una quindicina”. La Magistratura, dopo le segnalazioni dell’Mps ma anche di diversi familiari, ha aperto un fascicolo e l’Ufficio del medico cantonale sta portando avanti le sue verifiche su alcune situazioni.

Le altre morti non Covid-19

Nella risposta a Lepori e Soldini, il Municipio di Bellinzona sottolinea che i decessi totali registrati nella casa anziani di Sementina dal 7 marzo in avanti sono stati 28. Di questi, 21 decessi sono stati causati dal Covid-19, mentre gli altri 7 sono dovuti al “progressivo decadimento psico-fisico relativo all’evoluzione clinica di malattie croniche pregresse”. Alcuni di questi 7 anziani deceduti (ma non viene precisato quanti) avevano eseguito il test ed erano risultati negativi al coronavirus, si legge nella risposta.

Lega e Udc mettono in discussione capodicastero e direttore

Chiedono chiarezza e verità “per rispetto di chi ha perso i propri cari in maniera terribile” i consiglieri comunali di Bellinzona Tuto Rossi (Udc) e Manuel Donati (Lega), che inoltrano una seconda interpellanza sul tema dopo che la prima ha ottenuto risposta dal capodicastero Sanità e socialità Giorgio Soldini in occasione dell’ultimo Consiglio comunale. Risposte in contrasto con quanto emerso dagli ultimi servizi giornalistici, sostengono Rossi e Donati chiedendo al Municipio di valutare la sospensione del capodicastero e del direttore delle case per anziani di Bellinzona Silvano Morisoli. A livello politico anche l’Mps dopo le domande poste a livello cantonale e comunale nelle scorse settimane e la denuncia inoltrata al Ministero pubblico torna ora alla carica ribadendo la necessità di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta per appurare come è stata gestita l'emergenza sanitaria nelle case anziani in Ticino.

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