Svizzera

Consiglio nazionale respinge indennizzo semplificato per lavoratori durante ondate di caldo

La proposta di modifica della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione è stata bocciata con 94 voti a 92

20 marzo 2025
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Nei giorni di canicola i lavoratori - e le aziende che li impiegano - non beneficeranno di un indennizzo semplificato e più rapido in caso di interruzioni delle loro attività. È quanto decretato oggi dal Consiglio nazionale, che ha affossato con 94 voti a 92 una modifica della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (LADI).

La riforma - scaturita da una mozione della "senatrice" Johanna Gapany (PLR/FR) e già adottata a settembre dalla Camera dei Cantoni - è stata quindi definitivamente liquidata, pur se di misura.

I favorevoli all'atto parlamentare erano del parere che l'indennità per intemperie vada adeguata alla realtà del cambiamento climatico. A fronte delle sempre più costanti ed estreme ondate di caldo è necessario compensare le interruzioni del lavoro in modo semplice e rapido. "Considerato che le temperature invernali sono diventate più miti, si ricorre sempre meno a questo strumento. In compenso, di fronte all'aumento dei periodi di temperature elevate, tale indennità potrebbe rivelarsi particolarmente utile nei mesi estivi", ha dichiarato Mattea Meyer (PS/ZH).

"Le disposizioni che disciplinano il ricorso all'indennità, come la computabilità esclusiva di mezze giornate o giorni interi e la deduzione di un termine di attesa, sono troppo restrittive per permetterne un uso fattivo", ha sottolineato la co-presidente del PS, aggiungendo che questa rivendicazione è altresì sostenuta dalle parti sociali poiché mira, fra l'altro, a consentire ai datori di lavoro di rispettare il loro obbligo di protezione della salute dei lavoratori.

La mozione intendeva infatti fronteggiare l'aumento dello stress termico causato dai cambiamenti climatici tutelando sia la salute dei lavoratori, ma anche sostenere le aziende, le quali, durante i periodi di canicola, subiscono un impatto negativo qualora le attività non possano essere svolte all'interno di edifici o in luoghi costantemente ombreggiati.

I contrari invece hanno dichiarato che per proteggere la salute dei lavoratori esistono misure più efficaci. "Come per esempio ombreggiare i posti di lavoro, adattare l'orario e introdurre pause più frequenti", ha affermato Diana Gutjahr (UDC/TG). "Il fatto di semplificare il versamento di queste indennità comporterebbe il trasferimento del rischio imprenditoriale allo Stato", ha aggiunto la democentrista.

Il Consiglio federale, per bocca del "ministro" Guy Parmelin, ha invitato il plenum a bocciare la mozione. A differenza di quanto avviene in inverno, ha affermato, l'indennità per intemperie in estate non ha generalmente un impatto significativo sul mantenimento dei posti di lavoro. Per questo motivo, un accesso agevolato a tale strumento mediante la rinuncia completa ai giorni di attesa o la possibilità di contabilizzare alcune ore in caso di temperature elevate non è giustificato.

Inoltre, le perdite dovute ad intemperie costituiscono un normale rischio aziendale per le aziende che effettuano lavori all'aperto, ha puntualizzato Parmelin. Non spetta quindi all'assicurazione contro la disoccupazione coprire tali perdite. Secondo il principio assicurativo, occorre che vi siano ulteriori condizioni intese a garantire che l'indennità per intemperie non venga utilizzata in modo permanente da alcuni rami d'attività a scapito dei contribuenti, ha precisato il responsabile del Dipartimento federale dell'economia.