Svizzera

Cresce l'antisemitismo nella Confederazione

Nel 2023 si sono contati 220 episodi in più rispetto all'anno precedente, sia nel ‘mondo reale’, sia sul web

Manifestazione contro l’antisemitismo
(Keystone)
12 marzo 2024
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Nel 2023 in Svizzera il numero di episodi catalogati come atti antisemiti "è salito alle stelle", soprattutto "in seguito gli attacchi terroristici compiuti da Hamas ai danni dello Stato ebraico" lo scorso 7 ottobre.

Lo rivela il rapporto periodico stilato della Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e della Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo (GRA), secondo le quali, nella Svizzera tedesca e italiana si sono contati nell'anno in rassegna un totale di 1'130 casi qualificabili come manifestazioni di razzismo, 220 in più rispetto al 2022. I dati annuali, resi pubblici oggi (martedì), tengono conto di episodi giudicati antisemiti e che si manifestano sia nel "mondo reale" che sul web. Nel rapporto non viene tuttavia specificato quante persone siano state colpite da queste azioni in Ticino.

A preoccupare gli autori del rapporto sono i numeri degli incidenti avvenuti proprio dopo il 7 ottobre. Negli ultimi 3 mesi del 2023 si è assistito infatti a un drastico aumento di attacchi nei confronti della comunità ebraica, maturato in seguito all'attacco perpetrato da Hamas ai danni del popolo israeliano - e alla successiva rappresaglia ancora in atto a Gaza - sostengono FSCI e GRA.

Nella Svizzera tedesca e italiana lo scorso anno, si sono registrati 10 aggressioni fisiche, 6 delle quali solo nel mese di ottobre. A titolo di paragone, nel 2022 è stato documentato solamente un atto di violenza contro l'integrità di una persone ebrea, mentre nel 2021 non c'è stata alcuna aggressione.

Stando agli estensori del rapporto, l'anno scorso gli episodi di antisemitismo nel "mondo reale" sono stati in totale 155, 114 dei quali solo dopo il 7 ottobre, data che ha segnato un aumento anche per quanto concerne l'antisemitismo espresso sotto forma di imbrattamento (34 casi registrati solo negli ultimi tre mesi del 2023, 42 sull'arco dell'intero anno) o mediante manifesti (10 affissioni da ottobre su 10 in totale).

Per quanto concerne gli episodi reali, nel 2023 FSCI e GRA hanno anche contato 8 apparizioni pubbliche antisemite, 47 ingiurie e 38 affermazioni antisemite. Non è stato invece segnalato alcun danneggiamento a proprietà.

Più frequenti rispetto al 2022 sono stati anche gli episodi nel mondo digitale. Lo scorso anno si sono verificati complessivamente 975 casi, 459 di questi a partire dal 7 ottobre, ovvero quasi il 47% del totale. La maggior parte dei casi di antisemitismo online sono circolati sul servizio di messaggistica Telegram, precisa la nota. Nel 2022 si sono contati 853 episodi.

Il Coordinamento intercomunitario contro l'antisemitismo e la diffamazione (CICAD) ha pubblicato recentemente dei dati che mostrano come gli episodi di antisemitismo siano aumentati anche in Romandia, le cifre rese note mostrano una crescita nella regione francofona del 68% nel 2023. Quasi la metà di questi si sono verificati dopo il 7 ottobre. Secondo il CICAD sono stati segnalati 150 episodi al mese nella sola Svizzera francese dall'inizio dell'escalation in Medio Oriente. E numerose sono le segnalazioni già pervenute nel 2024.

In seguito all'aggressione di un 50enne ebreo ortodosso, avvenuta lo scorso 2 marzo a Zurigo, il Segretario generale della CICAD ha chiesto che venga istituito un piano d'azione nazionale per frenare questa ondata di odio e ha chiesto di investire maggiori risorse nella prevenzione e sensibilizzazione nelle amministrazioni, negli ambienti politici e in particolare presso le scuole.

L'aggressore di Zurigo, infatti, ha solo 15 anni. Ha agito in solidarietà con il gruppo terroristico Stato islamico (Isis) rivendicando il proprio gesto in un video, in cui commenta in arabo l'azione criminale e invocando una "lotta mondiale contro gli ebrei". Secondo la FSCI e la GRA, si tratta del più grave crimine d'odio antisemita compiuto in Svizzera negli ultimi due decenni.

Questi episodi, e in particolare quanto avvenuto il 2 marzo, hanno avuto un impatto notevole sulla comunità ebraica nel Paese e regna un clima di insicurezza, scrivono FSCI e GRA. Riconoscersi come ebrei in pubblico è spesso accompagnato da preoccupazione, reticenza e persino paura.