È quanto propongono tre postulati approvati dal Nazionale. Si punta a misure mirate di accompagnamento o programmi specializzati per gli autori dei reati
Il contenimento e la prevenzione della violenza domestica passa anche per l'assistenza dei responsabili di tali atti. È quanto pensa il Consiglio nazionale che ha approvato oggi tre postulati identici di Tamara Funiciello (Ps), Patricia von Falkenstein (Plr) e Nik Gugger (Pev).
Nei loro atti parlamentari, i tre consiglieri nazionali sottolineano infatti che "soltanto assumendosi la responsabilità dei suoi atti l'autore potrà smettere di ricorrere alla violenza". Le misure mirate di accompagnamento o i programmi specializzati mirano a facilitare questo processo.
I femminicidi sono purtroppo una realtà in Svizzera. È quindi utile analizzare ciò che è stato fatto finora in questo campo e il potenziale di miglioramento, ha affermato il consigliere federale Beat Jans. Non ci saranno tuttavia nuovi aiuti finanziari della Confederazione - i Cantoni sono competenti in materia - si tratterà invece di determinare qual è il margine di manovra esistente, ha precisato il ministro di giustizia.
L'Udc si è opposta ai tre postulati sostenendo che i mezzi per proteggere le vittime, in genere donne, già esistono, come l'allontanamento dal domicilio o il divieto di accedere a un'area, ha sostenuto Martina Bircher (Udc). Non si deve sostenere gli autori delle violenze ma dare la priorità alle vittime, ha aggiunto, invano, l'argoviese.