Svizzera

‘Buco’ da un miliardo di franchi per ‘cattiva pianificazione’

Stando a un documento interno, l’esercito si è discostato dalla propria pianificazione finanziaria

Süssli
(Keystone)
1 febbraio 2024
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Fino a qualche anno fa all’esercito svizzero capitava regolarmente di non riuscire a spendere tutti i soldi a disposizione. Ora il problema sembra essersi invertito: troppe le commesse da onorare, insufficiente la liquidità per saldare le fatture. Alle forze armate mancherebbe un miliardo di franchi entro la fine del 2025 per pagare gli acquisti già effettuati. Stando a un documento interno, l’esercito si è discostato dalla propria pianificazione finanziaria, ha riferito Srf. Bocche cucite per ora al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport. Interpellato in serata dall’agenzia di stampa Keystone-Ats, il Ddps di Viola Amherd non ha commentato la notizia.

Secondo informazioni di stampa, l’esercito aveva già pianificato in dettaglio otto anni fa come finanziare l’acquisto di un nuovo jet da combattimento e il rafforzamento della difesa aerea. Per diversi anni non ha ordinato alcun equipaggiamento di difesa o ha ordinato solo pochi articoli per liberare fondi. Poi però si è discostato da questa prassi. A partire dal 2020, Consiglio federale e parlamento hanno autorizzato le forze armate ad acquistare armamenti per importi molto più consistenti di quelli previsti nel 2018.

Anche l’aumento dei costi operativi dell’esercito e l’inflazione sono considerati tra le cause del presunto buco miliardario, ha riferito la Srf. Il documento che cita risale a pochi giorni fa.

Il sintomatico annuncio

L’esercito nei giorni scorsi ha annunciato la cancellazione di due grandi eventi a causa della difficile situazione finanziaria. Alla fine di agosto, l’aeronautica militare aveva programmato di organizzare l’Air Spirit 24 all’aeroporto militare di Emmen (Lu); un importante evento per le forze di terra, Defence 25, era previsto per il 2025 a Bière (Vd). Un portavoce dell’esercito ha detto a Keystone-Ats che non è possibile quantificare quanto si risparmia rinunciandovi. Una cosa è certa: non è in questo modo che si risolvono i problemi di liquidità delle forze armate.

Il capo dell’esercito Thomas Süssli già sabato aveva messo le mani avanti. Al telegiornale della Srf ha detto che non era prevedibile un tale peggioramento della situazione finanziaria. Le spese operative per i vari sistemi, a partire dagli aerei ma anche per le forze di terra, sono aumentate in modo massiccio. Il parlamento ha promesso un aumento del budget dell’esercito, ma solo a partire dal 2028, ha fatto notare Süssli.

Un anno fa il Consiglio federale aveva stabilito che, per ragioni finanziarie, il bilancio dell’esercito non sarebbe dovuto aumentare all’1% del Prodotto interno lordo (da 5 a circa 10 miliardi) entro il 2030, come richiesto dal parlamento, bensì soltanto entro il 2035. Un ritmo di crescita più lento, che le Camere federali in dicembre hanno finito per avallare.

Ora si tratta di capire come risolvere questo problema di liquidità. Secondo la Srf, il Ddps sta negoziando con i fornitori per differire i pagamenti. Süssli è stato chiamato in parlamento a fornire informazioni a riguardo. Già oggi dovrà spiegarsi davanti alla commissione competente del Consiglio degli Stati.

‘Sì, ma...’ alle esercitazioni Nato

Sempre in tema difesa, c’è una novità nel rapporto sul rafforzamento della capacità di difesa e l’approfondimento della cooperazione internazionale dell’esercito, adottato ieri dal Consiglio federale: viene evocata la possibilità che i soldati di milizia partecipino a esercitazioni congiunte con la Nato all’estero. Mancano però le basi legali: attualmente il personale militare svizzero non può essere obbligato a partecipare a corsi all’estero. Il governo vuole anche esaminare il transito delle truppe Nato attraverso la Svizzera per le esercitazioni. Anche in questo caso sarebbe necessaria una base legale, “nel rispetto della neutralità”.

Ieri, infine, si è saputo che un tratto dell’autostrada A1 nei pressi dell’aerodromo militare di Payerne (Vd) sarà chiuso al traffico per un massimo di 36 ore per un’esercitazione di jet da combattimento all’inizio di giugno. Lo ha deciso il Consiglio federale. Per rafforzare la capacità di difesa dell’esercito, le Forze aeree intendono infatti esaminare la possibilità di impiegare i propri aerei da combattimento da ubicazioni improvvisate, si legge in una nota. Esercitazioni di questo tipo non sono una novità assoluta: durante la Guerra fredda ve ne sono state dieci, l’ultima volta sulla A2 a Lodrino nel 1991. ATS/SG

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