Il 76% degli elvetici – secondo un sondaggio commissionato da Watson – è favorevole al testo dell'iniziativa popolare che chiede la loro riduzione
L'iniziativa popolare "Per una limitazione dei fuochi d'artificio", presentata in autunno, gode di un forte sostegno da parte della popolazione svizzera: è quanto mostra un sondaggio commissionato dal portale di notizie Watson secondo cui il 76% degli intervistati è favorevole al testo, adducendo quali ragioni principali il benessere degli animali e l'inquinamento atmosferico. I contrari sono il 24%.
La maggior parte dei partecipanti ha preso una posizione chiara riguardo a limitare l'uso dei fuochi d'artificio da parte di privati. Solo l'11% ha scelto l'opzione "piuttosto sì" o "piuttosto no", si legge.
Secondo il sondaggio, pubblicato venerdì, a essere più favorevole all'iniziativa è l'elettorato verde (92%). Anche negli ambienti borghesi una maggioranza si è espressa a favore di una restrizione nell'uso dei fuochi pirotecnici. Il minor sostegno è stato registrato tra le fila del Plr (62%). Secondo l'indagine le ragioni principali a supporto dell'iniziativa sono lo stress per gli animali domestici e da reddito, come anche per quelli selvatici. Anche l'inquinamento atmosferico ha un ruolo importante.
Circa un quarto degli intervistati si è detto contrario all'iniziativa, viene aggiunto, precisando che secondo questi ultimi i fuochi d'artificio sono una tradizione. Inoltre, ci sono già troppi regolamenti e divieti. Una proibizione relativa ai fuochi d'artificio, inoltre, non dovrebbe essere inserita nella Costituzione.
L'iniziativa vuole limitare la vendita e l'accensione di fuochi d'artificio rumorosi da parte di privati. Dovrebbero rimanere autorizzati i prodotti pirotecnici che esplodono senza produrre rumore. Anche i grandi spettacoli pirotecnici professionali pubblici in occasione di eventi dovrebbero continuare a essere consentiti se autorizzati su richiesta. L'iniziativa è stata dichiarata riuscita con 137'193 firme valide. Il sondaggio è stato condotto tra il 14 e il 20 dicembre in collaborazione con l'Istituto Demoscope. Sono state intervistate 8’250 persone della Svizzera tedesca e francese.