Svizzera

Läderach e maltrattamenti: cioccolata nella bufera

Dopo il documentario sugli abusi nella scuola privata evangelica fondata dall'ex patron il futuro dell'azienda potrebbe essere a rischio

In sintesi:
  • Negozi anche in Ticino, a Lugano e Locarno
  • Alla terza generazione di mastri cioccolatieri 
Più che dolce, aspro
(Keystone)
25 settembre 2023
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Le accuse di maltrattamenti a bambini in una scuola privata evangelica fondata da Jürg Läderach, ex patron dell'omonima azienda produttrice di cioccolata, con negozi anche a Lugano e Locarno, potrebbero avere ripercussioni sugli affari dell'impresa, avvertono numerosi esperti. "Non penso che comprerò più cioccolata Läderach", scrivono diverse persone sul sito del Tages-Anzeiger. Gli articoli legati all'argomento hanno provocato centinaia di commenti da parte dei lettori.

Sabato, lo Zurich Film Festival ha messo fine al partenariato con Läderach in seguito al documentario della Srf, diffuso giovedì sera, che mette in luce i maltrattamenti agli allievi nell'istituto creato da Jürg Läderach, padre dell'attuale ceo Johannes. Secondo il Tages-Anzeiger, anche gli organizzatori della Festa federale di lotta svizzera stanno riflettendo sulla collaborazione con il gruppo, che conta oltre 1'500 collaboratori. La manifestazione si terrà nel 2025 nel canton Glarona, dove ha sede Läderach.

Nel documentario, ex allievi della Scuola Cristiana Linth, chiamata "Domino Servite" (Servire il Signore), parlano di colpi inflitti con la cintura o di violenze psicologiche. Jürg Läderach ha respinto le accuse secondo le quali avrebbe personalmente partecipato ai maltrattamenti. Un'inchiesta esterna, commissionata dalla scuola due anni fa, ha diversamente confermato i comportamenti di ex insegnanti e membri della comunità religiosa.

Dopo la pubblicazione del rapporto esterno, Jürg Läderach si è scusato con le vittime e si è detto dispiaciuto di non essersi accorto di quanto stesse accadendo. Nel gennaio 2022 la scuola ha presentato misure volte a evitare tali abusi.

Il figlio prende le distanze

Johannes Läderach, al vertice del gruppo dal 2018, ha dichiarato di aver lui stesso frequentato la scuola e ha confermato il clima di paura. Non è stato picchiato, ma si rammarica di non aver impedito abusi. Ad ogni modo condanna gli atti di violenza commessi nell'istituto.

Il ceo prende insomma le distanze dagli abusi. Läderach, in un video pubblicato su internet, sottolinea che la generazione al vertice - la terza - non ha legami con la scuola incriminata. "La seconda generazione non detiene più quote nell'impresa e non è più coinvolta negli affari", sostiene la società.

Secondo Felix Murbach, esperto di marketing sentito dal Tages-Anzeiger, l'impatto finanziario dello scandalo dipenderà dalla durata della presenza del tema sotto i riflettori. "Attualmente l'indignazione è grande. Ma tutto va molto velocemente al giorno d'oggi, uno scandalo è rapidamente rimpiazzato da un altro, poi dimenticato", ha sottolineato lo specialista.

Thierry Herman, insegnante di scienza della comunicazione all'Università di Neuchâtel, ha dal canto suo affermato che Läderach dovrà forse cambiare nome per evitare associazioni con l'episodio. Allo stesso tempo, è difficile abbandonare un marchio di successo.

Nel 2020, la compagnia aerea Swiss non aveva rinnovato la collaborazione con il produttore di cioccolato. La decisione era stata presa dopo rivelazioni della rivista Beobachter sulla partecipazione di Johannes Läderach al comitato della Marcia per la vita, movimento contrario all'aborto.

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