Il Consiglio federale boccia il divieto introdotto dal canton Neuchâtel. Questo potrà essere applicato solo alle iniziative e ai referendum cantonali
Berna – Il divieto di retribuzione per la raccolta firme in occasione di iniziative popolari e referendum federali introdotto dal canton Neuchâtel non è valido. Lo ha stabilito il Consiglio federale, secondo cui tale proibizione cozza contro le disposizioni federali in materia di esercizio dei diritti politici.
Nel 2021, ricorda una nota governativa odierna, Neuchâtel ha adottato una revisione della legge sui diritti politici con la quale vieta la raccolta di firme retribuita per iniziative popolari e referendum federali, cantonali e comunali.
Poiché la legge federale sui diritti politici stabilisce che, per essere valide, le disposizioni cantonali esecutive devono essere approvate dalla Confederazione, Neuchâtel ha presentato una richiesta in tal senso nel settembre scorso.
Nella seduta odierna, l'esecutivo ha deciso di non approvare la revisione della legge cantonale per quanto riguarda le iniziative popolari e i referendum federali poiché, secondo la Costituzione federale, la Confederazione disciplina l’esercizio dei diritti politici in materia federale e i Cantoni in materia cantonale e comunale.
In linea di principio, precisa il comunicato, i Cantoni possono integrare le disposizioni federali con norme proprie. Tuttavia, nel presente caso, tale principio non si applica poiché l’assenza nella legislazione federale di un divieto della retribuzione per la raccolta di firme in occasione di iniziative popolari e referendum federali è voluta. Ciò significa che Neuchâtel potrà applicare il divieto di remunerazione per la raccolta firme solo in caso di iniziative e referendum cantonali e comunali.