Tendenza favorita dalla marcata domanda sul mercato del lavoro nazionale e dal tasso di disoccupazione
La forte domanda sul mercato del lavoro e il tasso di disoccupazione strutturalmente basso continuano a spingere lavoratori verso la Svizzera, in provenienza soprattutto dai Paesi dell'Ue/Aels.
Lo rileva la Segreteria di Stato della migrazione, precisando che nei primi sei mesi dell'anno l'immigrazione netta si è attestata a 47'200 persone, 9’384 in più rispetto al primo semestre del 2022. Dall'area Ue/Aels sono arrivate 32'487 persone (+7'849), mentre da Stati terzi 14'713 (+1’535).
La situazione economica e l'internazionalizzazione di economia e società fanno da traino nell'evoluzione della domanda delle aziende, sottolinea la Segreteria di Stato della migrazione in una nota, ricordando inoltre che il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso da oltre 20 anni. Per molte professioni – scrive la Segreteria di Stato della migrazione – il reclutamento all'estero ha permesso di compensare la necessità di ricambio legata ai pensionamenti.
Gli aumenti più cospicui degli ingressi per esercitare un'attività lucrativa a lungo termine sono stati registrati nel settore secondario e nei servizi, nell'industria alberghiera e nella ristorazione, nella pianificazione, nella consulenza e nell'informatica, nel commercio e nella sanità, prosegue la Segreteria di Stato della migrazione.
Nel dettaglio, l'immigrazione nella popolazione residente permanente straniera ha riguardato 85'732 persone, in aumento di 10'634 (+14,2%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Sono invece emigrate 34'452 persone residenti permanenti di nazionalità straniera (+651).
Dall'area Ue/Aels sono arrivate 61'808 persone (+16,5%) e 26'350 cittadini originari di questa regione (+339 persone) hanno lasciato la Svizzera. Da Stati terzi sono giunti in 23'924 (+18,6%), mentre 8’102 cittadini provenienti da questi Stati (+312 persone) hanno lasciato la Svizzera.
A scegliere la Confederazione per lavorare, nel periodo in rassegna sono stati in particolare tedeschi, portoghesi, polacchi, italiani e francesi. In totale, a fine giugno 2'275'965 cittadini stranieri risiedevano in Svizzera a titolo permanente.
A crescere è però anche il numero di frontalieri, basti pensare che nel primo semestre del 2023 sono stati rilasciati 41'747 nuovi permessi per chi varca giornalmente il confine per lavorare in Svizzera, mentre nello stesso periodo del 2022 ne erano stati rilasciati 38'547.
I soggiorni di breve durata sottostanti all'obbligo di notifica sono stati 168'896 (rispetto ai 155'570 dello stesso periodo dell'anno precedente), conclude la Segreteria di Stato della migrazione, ricordando che si tratta di soggiorni che non superano i tre mesi o i 90 giorni lavorativi per anno civile effettuati da persone che assumono un impiego di breve durata in Svizzera (60%), da lavoratori distaccati (31%) o da fornitori di servizi indipendenti (9%).