Svizzera

Le donne in pensione ricevono oltre il 30% in meno degli uomini

Il divario maggiore fra le persone sposate, minori le differenze fra i single

In sintesi:
  • Il ‘Gender Pension Gap’ è difatti dovuto principalmente alle diverse biografie lavorative specifiche dei due sessi
  • Le biografie occupazionali di donne e uomini stanno comunque lentamente convergendo
(Ti-Press)
22 giugno 2023
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Il divario di reddito tra donne e uomini in pensione è cambiato solo marginalmente negli ultimi dieci anni. Le donne pensionate hanno ancora a disposizione circa un terzo di denaro in meno rispetto agli uomini, secondo uno studio pubblicato oggi da Swiss Life. In termini concreti, il cosiddetto "Gender Pension Gap" è di circa 20'000 franchi all'anno. La differenza di genere nelle pensioni dei 65-75enni nel periodo considerato dal 2019 al 2021 è quindi quasi uguale a quella calcolata nel 2012.

Il divario è maggiore tra le coppie sposate: secondo lo studio, le mogli ricevono in media solo la metà dei soldi della pensione rispetto ai mariti. Ma poiché le coppie sposate di solito mettono in comune i loro soldi, questo fatto non ha un grande impatto sul tenore di vita.

Dal punto di vista economico, il divario pensionistico tra i sessi è più rilevante per le persone sole (persone divorziate, vedove e celibi/nubili), si legge nel rapporto. A seconda della base di dati, queste donne hanno un reddito pensionistico inferiore del 10-20% rispetto agli uomini che rientrano nella stessa categoria. La differenza è maggiore per le persone vedove, seguite da quelle divorziate.

Le donne single, invece, ricevono una pensione simile a quella degli uomini single. Come spiegato dall'autore dello studio Andreas Christen in una conferenza stampa virtuale, le donne pensionate di età compresa tra i 64 e i 75 anni che non si sono mai sposate e che sono andate in pensione nel 2015 o nel 2019 sono addirittura leggermente più avvantaggiate dal punto di vista finanziario rispetto alle loro controparti maschili.

Ciò indica che è soprattutto la distribuzione per genere dell'occupazione retribuita e del lavoro familiare a essere responsabile delle differenze nella previdenza per la vecchiaia, ha spiegato Christen.

Le donne in pensione al momento dell'indagine sono nate negli anni Cinquanta e quindi in un periodo in cui le donne sole erano tradizionalmente senza figli. Si può quindi presumere che queste donne avessero una "biografia occupazionale tradizionalmente maschile", cioè senza responsabilità di cura o lavoro a tempo parziale.

Il "Gender Pension Gap" è difatti dovuto principalmente alle diverse biografie lavorative specifiche dei due sessi. Questo include il reddito da lavoro, che è composto, tra le altre cose, dalla durata dell'impiego, dal carico di lavoro e dal salario. Ma anche le condizioni istituzionali influenzano la differenza di genere nelle pensioni.

Secondo lo studio, tuttavia, le biografie occupazionali di donne e uomini stanno lentamente convergendo: le donne che stavano per andare in pensione nel 2000 lavoravano ancora in media il 50% in meno degli uomini. Vent'anni dopo la differenza era solo del 30%. Secondo gli autori ciò indica che il divario pensionistico è destinato a ridursi in futuro.

Con il suo "Gender Pension Gap" di un terzo, la Svizzera non regge il confronto con gli altri Paesi. "In media, nell'Ue, il divario pensionistico tra i sessi è del 25%", ha indicato Christen. Da un lato, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Svizzera è più bassa rispetto ad altri Paesi: in media le donne elvetiche lavorano circa il 40% in meno degli uomini, mentre in Paesi come la Danimarca o la Norvegia, dove il divario pensionistico è molto minore, lavorano solo il 20% in meno.

Inoltre negli ultimi anni il "Gender Pension Gap" è diminuito in maniera più marcata in molti Paesi europei, in particolare nei Paesi vicini, Germania, Francia e Austria.

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