La durata delle inserzioni resta in calo, ma chi cerca casa nella Svizzera tedesca deve fare più in fretta rispetto ai cantoni latini, compreso il Ticino
Trovare un alloggio in Svizzera diventa sempre più difficile, sulla scia dell'immigrazione che sta ulteriormente aumentando: il mercato degli appartamenti in affitto si muove a ritmo sostenuto verso la scarsità di abitazioni, affermano gli economisti di Credit Suisse in uno studio pubblicato oggi. La tensione sul mercato è aumentata in modo significativo anche in alcune regioni lontane dai grandi centri e nelle regioni turistiche. E per gli inquilini la situazione peggiorerà ulteriormente.
La congiuntura relativamente robusta mantiene alta la domanda di appartamenti, favorita da un'immigrazione che è cresciuta di un terzo nel 2022 e che continua a progredire: nei primi due mesi del 2023 si sono già registrati 19'400 afflussi netti, il 25% in più dell'anno scorso, sottolineano gli esperti di Credit Suisse.
Allo stesso tempo, vi sono pochi segnali di un'imminente inversione di tendenza nell'attuale stagnazione delle costruzioni. Negli ultimi dodici mesi sono stati approvati dalle autorità i progetti di 1’500 appartamenti in affitto in meno rispetto al periodo precedente. Di conseguenza il divario tra domanda e offerta sul mercato degli appartamenti in affitto si sta ulteriormente ampliando.
La media mobile del tasso di offerta – cioè la quota di tutti gli appartamenti pubblicizzati per l'affitto – calcolata su un anno è scesa ulteriormente al 4,4%: un valore che era stato infranto al ribasso l'ultima volta nel 2016. Allo stesso tempo, anche la durata delle inserzioni resta in calo: tra il 2016 e il 2020 la ricerca di un inquilino durava solitamente tra i 40 e i 50 giorni, oggi un annuncio viene tolto dalla rete in media già dopo 25 giorni. "Chi vuole trovare l'appartamento dei suoi sogni deve quindi affrettarsi sempre di più", scrive la banca.
La situazione dei vari mercati regionali è però molto diversa. Uno sguardo alla durata degli annunci nei diversi cantoni conferma una situazione di "Röstigraben": nella Svizzera latina la ripresa del mercato degli alloggi in affitto è meno avanzata rispetto alla Svizzera tedesca. Nel primo comparto la durata delle inserzioni è vicina alla sua media di lungo periodo: nei cantoni di Neuchâtel, Giura e Ticino è stata addirittura leggermente superiore. Per contro, la durata delle inserzioni in molti cantoni tedescofoni è diminuita notevolmente rispetto alla media di lungo periodo: questo vale soprattutto per Zugo (-71%), Svitto (-49%), Nidvaldo e Uri (-44%), nonché Grigioni (-57%).
Se nell'agglomerato di Zurigo le tensioni di mercato rimangono particolarmente accentuate, a sorprendere gli specialisti di Credit Suisse è lo sviluppo di alcune regioni lontane dai grandi centri, dove il tasso di offerta e la durata delle inserzioni hanno raggiunto in alcuni casi addirittura nuovi minimi storici. Negli ultimi quattro trimestri, ad esempio, la Valle del Reno grigionese, la regione intorno alla capitale cantonale di Coira, ha registrato la terza minore durata degli annunci di tutte le 110 regioni economiche svizzere, con 10 giorni. Tra le maggiori 20 regioni con la durata delle inserzioni più breve figurano anche Davos (14 giorni) e Briga (21 giorni). È probabile che svolga un ruolo l'effetto telelavoro.
Il calo dell'offerta abitativa si riflette direttamente sull'andamento degli affitti di mercato. La crescita dei canoni di affitto ha subito un'accelerazione: nel 2022, gli affitti in offerta sono aumentati dell’1,6% in tutta la Svizzera. La progressione maggiore, pari al +3,9%, è stata registrata nella Svizzera centrale; all'estremo opposto si trovano le regioni della Svizzera latina, con la zona del Lemano che per esempio ha messo a referto un incremento di solo +0,3%.
"Sono finiti i tempi in cui i proprietari si lamentavano dell'aumento degli sfitti e cercavano di attirare gli inquilini con mensilità gratuite", chiosano gli analisti di Credit Suisse. "Chi è alla ricerca di un appartamento si trova sempre più spesso ad affrontare venti contrari a causa dell'offerta limitata e dell'aumento dei canoni di locazione. Tuttavia, a nostro avviso, nella maggior parte delle regioni oggi non c’è ancora carenza di alloggi".
Dal punto di vista degli inquilini, più critico dell'attuale livello di offerta viene considerato il fatto che non c’è ancora alcun allentamento della situazione in vista e che la tendenza alla carenza è destinata a continuare nei prossimi trimestri e a raggiungere pure le regioni che oggi hanno ancora un'offerta sufficiente di alloggi. Il motivo è che l'attività edilizia rimarrà probabilmente troppo ridotta nei prossimi uno o due anni e che la densificazione edilizia necessaria e urgente è stata finora troppo lenta, concludono gli economisti di Credit Suisse.