Svizzera

Aiuti sociali, il timore di ripercussioni frena i migranti

Molti, pur avendone diritto, preferiscono non richiederli e optare per ridurre le necessità vitali. La paura è quella di vedersi revocare il permesso

Anche la vergogna frena i potenziali beneficiari
(Ti-Press)
6 aprile 2023
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A differenza delle persone in possesso del passaporto svizzero, quelle con un passato migratorio devono fare i conti con le conseguenze del diritto degli stranieri se beneficiano dell'aiuto sociale e quindi molti di essi preferiscono ridurre le necessità vitali.

Le disposizioni della legislazione in materia di stranieri sui migranti che versano in condizioni di povertà sollevano questioni relative alla disparità negli ambiti della politica di integrazione e del diritto costituzionale. Ad annunciarlo, in occasione della sua conferenza annuale, è la Commissione federale della migrazione.

Dal 2019, le autorità possono rifiutare il rinnovo del permesso di soggiorno agli stranieri che ricevono gli aiuti sociali. Di conseguenza, il numero di residenti stranieri che ne beneficiano è diminuito, mentre quello degli abitanti svizzeri è rimasto invariato.

Diversi ricercatori ed esperti del settore hanno reso noti gli ostacoli nell'ottenimento dell'aiuto sociale. Un progetto ginevrino, ad esempio, ha mostrato gli effetti sulla vita e sulla salute delle persone che hanno ottenuto asilo in Svizzera, mentre uno condotto a Berna ha fatto luce sulle possibilità di un nuovo monitoraggio della povertà. Sono state inoltre presentate varie esperienze di progetti partecipativi volti a contrastare la povertà.

La vergogna di ricevere gli aiuti sociali

Nel suo discorso di apertura, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha affermato che il ricorso all'aiuto sociale è sempre associato alla vergogna, come ha potuto constatare personalmente grazie all'esperienza accumulata in ambito sociale. "Non ho quasi mai visto qualcuno richiedere tali aiuti se non per puro bisogno", ha aggiunto. "L'assistenza sociale come ultima rete di sicurezza sociale è un diritto costituzionale e la povertà non è un crimine".

La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha poi riferito di un'iniziativa parlamentare approvata dal Consiglio nazionale che vuole modificare il collegamento tra il diritto di soggiorno e l'aiuto sociale, nel caso in cui quest'ultimo non sia percepito intenzionalmente. L'iniziativa è ora sottoposta all'esame del Consiglio degli Stati ed è già stata respinta dalla relativa Commissione.

La migrazione e il mondo del lavoro

Baume-Schneider ha poi espresso la sua premura nei confronti dell'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro. Il lavoro è legato alla dignità della persona e, per questo motivo, i rifugiati ucraini dovrebbero poter completare il loro apprendistato in Svizzera.

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia sta lavorando all'attuazione di un intervento per consentire la formazione professionale ai richiedenti asilo respinti e alle persone senza documenti. Inoltre, il Consiglio federale ha facilitato il passaggio da un Cantone all'altro per le persone ammesse provvisoriamente, in modo che possano trasferirsi più vicino al luogo di lavoro.

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