Svizzera

Giro di vite sui media: sarà più facile fermare pezzi ‘scomodi’

Basterà un pregiudizio ‘grave’ e non più ‘particolarmente grave’ verso il soggetto di un articolo perché il giudice possa bloccarne la pubblicazione

(Keystone)
15 marzo 2023
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In futuro, l’accesso ai tribunali dovrebbe essere più agevole grazie a una riduzione dei costi. È quanto prevede la revisione del Codice di diritto processuale civile approvata definitivamente oggi dalle Camere dopo che queste hanno eliminato un’ultima divergenza tecnica. La revisione contempla tra l’altro l’uso dell’inglese e di altre lingue nazionali in tribunale o il ricorso alle videoconferenze, ma anche un giro di vite per i media che intendono pubblicare contributi critici.

Circa i media, in futuro potrebbe essere più complicato pubblicare articoli critici: allo scopo di proteggere maggiormente la personalità di persone o società che finiscono nel mirino dei giornali, le camere hanno deciso di attribuire al giudice la facoltà di vietare provvisoriamente un contributo qualora possa causare un pregiudizio grave al soggetto in questione, e non "particolarmente" grave come prevede il diritto in vigore. Attualmente, devono essere soddisfatti tre criteri affinché un giudice possa, su richiesta, bloccare a titolo cautelativo una pubblicazione periodica: la violazione è imminente e causa un pregiudizio particolarmente grave, la violazione non è manifestamente giustificata e la misura non appare sproporzionata.

Uso dell’inglese e altre lingue nazionali

Per quanto attiene alle tariffe, il parlamento ha stabilito che il giudice e l’autorità di conciliazione potranno esigere che l’attore anticipi un importo a copertura della metà al massimo delle spese processuali presumibili. Per una minoranza, i costi per poter adire la giustizia, benché dimezzati, rimangono ancora troppo elevati per certe categorie di persone.

I due rami del parlamento hanno poi deciso che spetti ai Cantoni stabilire le tariffe per le spese giudiziarie. Una proposta della sinistra di legare i Cantoni ai limiti fissati dal Consiglio federale, che definisce i massimali e principi uniformi volti a garantire alla maggioranza della popolazione e delle imprese un accesso agevolato alla giustizia, è stata respinta.

Per quanto attiene all’idioma del dibattimento, si è stabilito che, se il diritto cantonale lo prevede e su richiesta di tutte le parti, possa essere utilizzata un’altra lingua nazionale (esempio: due coniugi francofoni che vivono in Ticino e vogliono divorziare).

L’uso dell’inglese sarebbe possibile unicamente davanti al tribunale commerciale, o davanti al giudice ordinario, nel contenzioso commerciale o davanti all’autorità giudiziaria superiore, se la controversia si riferisce all’attività commerciale di una parte almeno e se al momento del consenso una parte almeno aveva domicilio, dimora abituale o sede all’estero. Tale possibilità, stando al parlamento, è un elemento importante per mantenere l’attrattiva economica della Svizzera.

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