Svizzera

Tornano i contingenti per i lavoratori croati

Nettamente oltre la soglia il numero di permessi B rilasciati quest’anno. Il Consiglio federale attiva la clausola di salvaguardia.

Il settore dell’edilizia è tra i più assetati di manodopera straniera
(Keystone)
16 novembre 2022
|

Berna – L’accesso al mercato del lavoro svizzero per i cittadini croati sarà nuovamente limitato il prossimo anno. Il Consiglio federale ha infatti deciso di attivare la clausola di salvaguardia prevista dall’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) dato che il numero di lavoratori provenienti della Croazia ha superato i valori soglia.

Il protocollo di estensione alla Croazia dell’ALC è in vigore dal 2017 e prevede un’apertura graduale e a tappe, sull’arco di 10 anni. Dall’inizio di quest’anno i cittadini croati beneficiano della libera circolazione completa.

La clausola di salvaguardia consente alla Svizzera di reintrodurre unilateralmente contingenti per un periodo di tempo limitato, se il numero di permessi rilasciati in un determinato anno (2022) supera di oltre il 10% la media dei tre anni precedenti (2019‐2021). Tra gennaio e ottobre, la Svizzera ha rilasciato 2’413 permessi B ai lavoratori croati, mentre la soglia era di 178 permessi.

Effetto della ripresa post-Covid

Dal prossimo primo gennaio quindi verranno reintrodotti i contingenti per i permessi di dimora (1’150 permessi B per il 2023) e di soggiorno di breve durata (1’007 permessi L) per lavoratori salariati e indipendenti. L’entità dei contingenti è calcolata sulla base della media di permessi contingentati rilasciati nel 2020 e nel 2021 (quanto erano ancora contingentati), e dei permessi (non più contingentati) rilasciati nel 2022, con una maggiorazione del 5% per i permessi B e del 10% per i permessi L.

La rapida ripresa economica dopo la crisi causata dalla pandemia ha provocato un notevole aumento dell’immigrazione di lavoratori stranieri, compresi i croati. Questi ultimi sono stati impiegati soprattutto nell’industria manifatturiera e nell’edilizia per quanto riguarda il settore secondario, e nell’industria alberghiera e della ristorazione, nel commercio e nelle agenzie di collocamento per il terziario, precisa un comunicato. Un aumento del numero di lavoratori croati è stato osservato anche nei settori che richiedono qualifiche più elevate, come i servizi di pianificazione, la consulenza e l’informatica, precisa un comunicato odierno.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔