Svizzera

Vaiolo delle scimmie, il mondo gay chiede l’ok al vaccino

L’associazione omosessuale di Ginevra Dialogai chiede che i preparati e i trattamenti siano autorizzati anche nella Confederazione

(Keystone)
3 agosto 2022
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La Svizzera dovrebbe autorizzare "subito" i vaccini e i trattamenti che in altri Paesi hanno già dimostrato la loro efficacia contro il vaiolo delle scimmie. È la richiesta avanzata oggi alle autorità sanitarie dall’associazione omosessuale di Ginevra Dialogai. Inoltre dovrebbe essere organizzata urgentemente una campagna di prevenzione su vasta scala.

Benché il vaiolo delle scimmie sia una malattia che può toccare tutti, alcuni gruppi di popolazione sono più a rischio, scrive Dialogai in un comunicato odierno. Si tratta soprattutto di gay, trans e persone che si prostituiscono. Malgrado la malattia sia considerata benigna per il suo basso tasso di mortalità, essa può comunque provocare forti dolori che a volte richiedono il ricovero in ospedale, aggiunge Dialogai.

Secondo i dati dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), dal 22 maggio a ieri, in Svizzera 298 casi sono stati confermati in laboratorio. Il virus del vaiolo delle scimmie (una sottospecie dell’orthopoxvirus) è considerato moderatamente trasmissibile. Il gruppo di popolazione al momento più colpito è quello degli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), ma non si può escludere un’estensione dei focolai ad altri gruppi di popolazione, sottolinea l’UFSP. Quest’ultimo si rivolge quindi agli attori del sistema sanitario, alle persone colpite e ai loro contatti affinché forniscano il proprio sostegno all’individuazione precoce delle persone infette.

Per l’immunizzazione contro il vaiolo negli adulti, in Europa e negli Stati Uniti è stato autorizzato un vaccino di terza generazione che offre una buona protezione anche contro il vaiolo delle scimmie (attorno all’85%). Al momento questo vaccino non è omologato in Svizzera. L’eventuale acquisto è al momento in fase di chiarimento, aggiunge l’UFSP.

La probabilità che il vaiolo delle scimmie si diffonda in soggetti che hanno più partner sessuali è considerata alta in Europa. La probabilità di diffusione nella popolazione generale è comunque bassa. La maggior parte dei casi relativi agli attuali focolai è stata caratterizzata da sintomi lievi, che comunque possono manifestarsi in modo variabile da persona a persona fino a tre settimane dopo un contatto stretto con un individuo infettato.

A parte le potenziali cicatrici e lo scolorimento della pelle dopo la guarigione delle pustole, la maggior parte dei pazienti guarisce completamente entro quattro settimane, senza danni permanenti. Tuttavia una minoranza può sviluppare complicazioni durante il decorso dell’infezione (disidratazione, sovrainfezioni batteriche della pelle, polmonite, sepsi, encefalite). Tra i soggetti più a rischio si trovano bambini, donne in gravidanza e individui con sistema immunitario compromesso.

Esistono due distinti ceppi del virus del vaiolo delle scimmie. Quello dell’Africa occidentale ha una prognosi più favorevole, con un tasso di mortalità inferiore compreso tra l’1% e il 3,6%. Quello dell’Africa centrale è più letale, ha un tasso di mortalità che raggiunge l’11% nei bambini non vaccinati.

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