La modifica criticata da un’ampia alleanza prevede il ricorso a misure cautelari contro i media in caso di pregiudizio grave e non ‘particolarmente grave’
La libertà di stampa in Svizzera è parzialmente minacciata da un disegno di legge al vaglio del Parlamento. Lo afferma un’ampia alleanza del settore dei media alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa.
L’alleanza – della quale fanno parte le sezioni romanda e svizzero-tedesca di Stampa Svizzera, la SSR, il Consiglio svizzero della stampa, i sindacati Impressum, Syndicom e SSM, nonché Reporters sans frontières – fa esplicito riferimento alla revisione del Codice di diritto processuale civile, che finirà sui banchi del Consiglio nazionale il prossimo 10 maggio.
La riforma contiene un capitolo sui provvedimenti cautelari che è possibile prendere nei confronti dei mass media. Nel giugno dello scorso anno, il Consiglio degli Stati aveva deciso che il ricorso a tali misure è possibile quando "l’attuale o incombente lesione dei diritti dell’istante è tale da causargli o da potergli causare un pregiudizio grave". Il diritto attuale prevede tale eventualità solo per i pregiudizi "particolarmente gravi".
L’alleanza ha quindi scritto al Consiglio nazionale per chiedergli di mantenere l’avverbio "particolarmente". Questo emendamento "rompe un equilibrio", si legge in un comunicato. "Vista l’attuale situazione in Svizzera, non vi è alcun motivo per chiedere una simile restrizione alla libertà di stampa", sostengono le associazioni dei media, che paventano anche un aumento delle procedure giudiziarie.