Il Consiglio federale in difesa della libertà di stampa

Berna – La libertà di stampa dovrebbe essere garantita, anche nei casi di riciclaggio di denaro. È quanto chiede una mozione che il Consiglio federale raccomanda al plenum di approvare.

La mozione prende spunto dall’inchiesta di respiro internazionale denominata "Suisse Secrets" che ha messo in luce la scarsa chiarezza in relazione alla portata giuridica della Legge sulle banche. I giornalisti svizzeri si sono astenuti dal partecipare all’indagine sul Credit Suisse per timore di incappare in un procedimento penale.

Critiche dalla relatrice Onu

Un fatto rilevato anche dalla relatrice delle Nazioni Unite Irene Khan che ha criticato la normativa in vigore parlando di "criminalizzazione del giornalismo". La trasmissione di alcuni dati bancari è infatti punibile con pesanti sanzioni. I giornalisti sono quindi dissuasi dall’utilizzarli oppure ricorrono all’autocensura per evitare eventuali guai giudiziari.

La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale ha quindi presentato una mozione in cui si chiede al governo di valutare se la legge debba essere modificata. In particolare, l’esecutivo deve garantire che la libertà di stampa non sia scoraggiata da sanzioni penali quando i giornalisti lavorano in buona fede. Una minoranza di destra è contraria alla mozione poiché teme una violazione della privacy dei clienti.

Modifiche di legge

Il Consiglio federale, ad ogni modo, raccomanda al plenum di accogliere la mozione, si legge nella risposta pubblicata oggi. Per il governo, la libertà dei media, garantita dalla Costituzione, è importante. Il Consiglio federale si dice quindi pronto ad apportare modifiche alla legislazione esistente se necessario.