Svizzera

‘Rivoluzione egiziana’: dopo 10 anni, procedimento archiviato

Il Ministero pubblico della Confederazione abbandona l’istruzione contro cinque imputati. Liberati circa 400 milioni di franchi sotto sequestro.

L’ex presidnete egiziano Hosni Mubarak, deceduto nel 2020
(Keystone)
13 aprile 2022
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Berna – Dopo oltre dieci anni d’inchiesta, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) abbandona un procedimento penale condotto contro cinque imputati nel quadro della "Rivoluzione egiziana del 2011". Vengono inoltre liberati circa 400 milioni di franchi che erano sotto sequestro. Lo ha reso noto stamane lo stesso MPC.

Quest’ultimo aveva avviato un’inchiesta per sospetti di riciclaggio di denaro e sostegno e/o partecipazione a un’organizzazione criminale in seguito ad alcune segnalazioni dell’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), si legge in un comunicato.

Procedimento complesso e di grande portata

Questo procedimento penale complesso e di grande ampiezza riguardava inizialmente quattordici imputati, tra cui i due figli del presidente destituito Hosni Mubarak, nonché 28 persone fisiche come terzi debitori e 45 persone giuridiche anch’esse terzi debitori, precisa l’MPC. In questo quadro sono state inoltre analizzate circa 140 relazioni bancarie pertinenti.

Gli imputati, la maggioranza dei quali esercitava funzioni ufficiali o importanti sul piano economico in Egitto, erano sospettati di aver riciclato in Svizzera fondi di origine criminale provenienti da transazioni economiche basate su atti di corruzione. In questo contesto erano stati aperti diversi procedimenti penali in Egitto e presentate domande di assistenza alla Svizzera.

L’ultimo decreto d’abbandono

All’apertura dell’inchiesta, l’MPC aveva sequestrato circa 600 milioni di franchi. Dopo diversi anni di indagini, la Procura federale si è vista col tempo costretta a pronunciare decreti di abbandono, seguendo la giustizia egiziana. Dal 2015, vari accordi di riconciliazione e diverse assoluzioni pronunciate dal Cairo hanno posto infatti fine ai procedimenti nei confronti dei principali protagonisti, in particolare in relazione ad atti di corruzione.

Un importo di circa 180 milioni di franchi è così già stato liberato tra il 2016 e il 2018. Inoltre l’Egitto, in qualità di parte lesa, ha dichiarato di ritirare attivamente tutte le pretese in relazione a queste persone. In questo contesto l’MPC ha revocato nel 2018 il sequestro di oltre 32 milioni. Restava sotto sequestro una somma di circa 400 milioni di franchi, ora liberata.

Nella sua nota, l’MPC precisa che contro il suo decreto di abbandono è possibile interporre ricorso presso il Tribunale penale federale entro un termine di dieci giorni.

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