All’assemblea dei delegati Udc di Coira, tuoni del presidente Marco Chiesa su esercito, libertà e neutralità
Sicurezza e libertà, da difendere anche attraverso la neutralità: sono questi i valori fondamentali alla base della Svizzera e dell’azione politica dell’Udc, più che mai attuali considerato il conflitto in Ucraina, secondo il presidente Marco Chiesa.
Nel suo discorso all’assemblea dei delegati a Coira, il consigliere agli Stati ticinese ha sottolineato l’importanza dell’esercito, «che allo stato attuale non è in grado di garantire la sicurezza del Paese e dei suoi abitanti», a causa dei tagli alla spesa che ha subìto in passato.
L’Udc – ha aggiunto – è l’unico partito che si è espresso a favore del potenziamento delle forze armate, il cui bilancio andrebbe aumentato di almeno 2 miliardi di franchi, per raggiungere l’1% del prodotto interno lordo. Sull’acquisto degli aerei F-35A, Chiesa ha attaccato i socialisti: «Mi aspetto da un partito di governo che difenda l’esercito», quindi «che ritiri immediatamente l’iniziativa contro i velivoli da combattimento».
La ‘neutralità armata’ è il pilastro su cui poggia la Confederazione, ha argomentato Chiesa. Attualmente, però, a suo avviso il Paese non è né sufficientemente armato, né neutrale. Il 47enne ha condannato anche la proposta lanciata ieri dal Plr, volta a un allineamento più stretto con la Nato. Questo significherebbe che i soldati svizzeri combatterebbero e morirebbero all’estero, a detta di Chiesa. Al contrario, la Confederazione non deve immischiarsi nelle contese internazionali.
Chiesa ha però anche preso posizione in modo chiaro sul conflitto nell’est europeo: «Condanniamo la guerra di Putin contro l’Ucraina». I membri dell’Udc non sono cosiddetti ‘Putin-Versteher’ (coloro che cercano di capire le ragioni del presidente russo: espressione usata in senso molto negativo in ambito tedescofono nelle ultime settimane), come invece cercano di insinuare i media. La sofferenza della popolazione ucraina deve finire. Tuttavia secondo il politico luganese è deplorevole il fatto che il Consiglio federale, avendo adottato le sanzioni Ue contro la Russia, non possa più portare avanti la sua neutralità. Sedere nel consiglio di sicurezza dell’Onu sarebbe inoltre «una catastrofe per la Svizzera».
L’assemblea dei delegati odierna è dedicata alla sicurezza dell’approvvigionamento – parlerà il consigliere federale Guy Parmelin – e alle parole d’ordine per le votazioni del 15 maggio.