Svizzera

‘Bucha è stato uno shock, ma non reagiamo impulsivamente’

Ignazio Cassis invita alla ponderazione prima di puntare il dito contro i russi, ma sollecita ‘un’inchiesta internazionale indipendente’

Il presidente della Confederazione
4 aprile 2022
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«Le immagini di Bucha che abbiamo visto ci hanno profondamente scioccato in quanto esseri umani». Con queste parole il presidente della Confederazione Ignazio Cassis commenta il massacro di civili avvenuto nel sobborgo di Kiev e scoperto dopo il ritiro delle truppe russe. «Non bisogna però reagire d’impulso», aggiunge il consigliere federale, secondo cui prima bisogna analizzare i fatti. «Chiediamo un’inchiesta internazionale indipendente» sulle presunte violazioni dei diritti umani in Ucraina, dichiara il ticinese, «o da parte delle Nazioni Unite o dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce)».

Stando a Cassis, che ha parlato durante un incontro con la stampa a Berna, «la Svizzera è pronta a partecipare a questa inchiesta fornendo risorse ed esperti». Il ministro degli esteri ribadisce poi l’invito alla prudenza, facendo notare che definire quanto successo un crimine contro l’umanità non deve essere una mossa politica.

«Spetta infatti a un tribunale esprimersi eventualmente in questi termini. Si può immaginare che si tratti di crimini contro l’umanità, ma la diplomazia deve essere attenta alle parole che usa».

Più netta è stata la posizione della Segretaria di Stato del Dipartimento degli affari esteri (Dfae) Livia Leu al termine di un incontro oggi a Berna con la parlamentare ucraina Olena Khomenko. Su Twitter, Leu ha scritto di aver condiviso con la parlamentare la preoccupazione della Svizzera su "presunti crimini di guerra" ("alleged war crimes" nell’originale) a Bucha.

La strage di civili a Bucha ha provocato una condanna internazionale praticamente unanime. Le immagini provenienti dall’Ucraina hanno mostrato i corpi, a volte con le mani legate dietro la schiena, sparpagliati per le strade e gettati in fosse comuni. Le autorità di Kiev, sostenute dai loro alleati, hanno accusato i soldati russi di aver commesso queste atrocità. Una tesi respinta con fermezza dal Cremlino, che parla invece di messinscena degli ucraini e dell’Occidente.

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