Depositate oggi oltre 150’000 firme contro la riforma che prevede, fra l’altro, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni
l popolo svizzero si pronuncerà sulla riforma dell’AVS, che prevede in particolare l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento per le donne. Il referendum lanciato dalla sinistra e dai sindacati è riuscito. Oltre 150’000 firme raccolte sono state depositate oggi alla Cancelleria federale.
Ancor prima della scadenza del termine, sono state riunite oltre il triplo delle sottoscrizioni necessarie (50’000), si è rallegrato il comitato "Giù le mani dalle nostre pensioni!" in una nota odierna. I referendisti temono uno smantellamento a lungo termine delle rendite dell’Assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS).
A loro avviso, la riforma servirebbe in primo luogo gli interessi delle persone con alti redditi, dei ricchi e degli assicuratori. L’obiettivo sarebbe in fin dei conti quello di "lavorare più a lungo e ottenere meno rendite".
Secondo il consigliere nazionale e presidente dell’Unione sindacale svizzera, Pierre-Yves Maillard (PS/VD), citato nel comunicato, vi sarebbe un’alternativa, ovvero il rafforzamento dell’AVS con gli utili "eccezionalmente elevati" della Banca nazionale svizzera (BNS). Dal canto suo, la presidente di Unia, Vania Alleva, ritiene che occorrano rendite più elevate anziché un innalzamento dell’età pensionabile.
L’alleanza di PS, Verdi, sindacati e associazioni femminili ha lanciato a inizio gennaio il referendum contro il nuovo progetto "AVS 21" che, a loro avviso, costituisce l’inizio di un generale, e voluto, peggioramento delle assicurazioni sociali.
Il previsto aumento dell’età pensionabile delle donne da 64 anni a 65, farà risparmiare, a loro svantaggio, 10 miliardi di franchi circa. Ciò significa, stando al comitato, un taglio delle rendite di circa 1’200 franchi l’anno a danno delle lavoratrici, sebbene queste ultime registrino già pensioni inferiori di un terzo. Secondo il comitato referendario, si tratta di una riforma che non rispetta la promessa fatta di rendite dignitose per tutti.
Il Consiglio federale ha già fissato la data dello scrutinio al prossimo 25 settembre