Con la pandemia e le relative restrizioni imposte dalle autorità, le cifre sono schizzate verso l’alto. Oltre il 50% in più nel 2021
Il numero di tentativi di suicidio degli adolescenti è aumentato drasticamente l’anno scorso in Svizzera. L’allarme viene lanciato oggi dalle colonne della SonntagsZeitung. Con la pandemia e le relative restrizioni imposte dalle autorità, le cifre sono schizzate verso l’alto. Sono tuttavia numerosi i servizi a cui poter chiedere aiuto, tra cui il “Telefono amico - 143”.
“Oltre il 50% in più di giovani voleva togliersi la vita”, titola il domenicale, che fornisce un quadro cupo della situazione: la clinica universitaria di psichiatria infantile e adolescenziale, dei servizi psichiatrici universitari di Berna (Upd) ha trattato nel 2021 oltre il 50% in più di minori suicidi nel reparto di emergenza rispetto all’anno precedente. E questo dopo che il numero di casi era già aumentato del 50% dal 2019 al 2020.
Solitamente durante l’estate – complici anche le vacanze e il calo di stress dovuto a scuola e formazione – i numeri tendono al ribasso: contrariamente agli anni precedenti, tuttavia, la situazione nel 2021 non si è particolarmente calmata durante i mesi estivi. “Nel secondo anno di pandemia eravamo abbastanza pieni anche in luglio e agosto e ora siamo totalmente sovraccarichi. Le ammissioni stanno esplodendo”, spiega Michael Kaess, direttore della clinica bernese, citato dal domenicale svizzerotedesco.
Parole condivise da Gregor Berger, primario di psichiatria e psicoterapia infantile e adolescenziale all’Ospedale Universitario Psichiatrico di Zurigo: “Abbiamo uno stato di emergenza e stiamo solo spegnendo gli incendi, non può continuare così”, aggiunge dal canto suo Berger, secondo il quale nella sua clinica zurighese sono stati registrati 278 tentativi di suicidi.
“Gli adolescenti – sottolinea – hanno sofferto molto di più durante la pandemia rispetto agli adulti”. Il coronavirus ha accentuato il disagio fra i giovani, ma attribuire l’aumento solo al virus non è sufficiente: i problemi di salute mentale tra i minori sono in aumento da dieci anni, scrive la SonntagsZeitung.
Il numero effettivo dei giovani che cercano la morte o che sviluppano ricorrenti pensieri suicidi potrebbe però essere ben più elevato: non tutti i bambini e gli adolescenti finiscono in una clinica dopo un tentativo di suicidio. Alcuni vanno dal medico di famiglia, altri si rivolgono a una hotline anonima (ad esempio il 143, oppure il 147). Per Berger è chiaramente necessario un registro nazionale dei tentativi di suicidio. L’Ufficio federale della sanità pubblica è consapevole della “lacuna nei dati di monitoraggio”. Tuttavia, un registro nazionale in questo senso non è attualmente fattibile, poiché mancano le basi legali e ci sono ostacoli legati alla protezione dei dati.
Stando a Berger, la salute mentale dovrebbe essere introdotta come argomento nelle lezioni scolastiche. “Quando i giovani possono finalmente parlarne, questo non promuove il suicidio, ma ha l’effetto contrario”.
Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 10 ai 19 anni in Svizzera dopo la morte accidentale. Ogni anno sono circa 35 i giovani in questa fascia di età che si tolgono la vita. Cifre che si riflettono anche nei dati dell’Ufficio federale di statistica (Ust). Il tasso di suicidi, nel suo complesso, non è aumentato negli ultimi anni, ma mancano ancora i dati del 2021.
Tra i giovani, c’è una media di un suicidio ogni 500 tentativi di suicidio. Per gli adulti, il rapporto è di circa 1 a 50. Dietro a questi numeri ci sono varie ragioni: da un lato, l’intenzione di morire potrebbe non essere ancora così forte nei bambini e negli adolescenti. Inoltre, i più giovani agiscono maggiormente d’impulso e sono meno propensi a elaborare un piano.
Anche tra i sessi si nota una differenza: i giovani che hanno tentato il suicidio, o che erano sul punto di farlo, erano per tre quarti adolescenti: “Le ragazze tendono di più a cercare aiuto, per esempio dopo un tentativo di suicidio o di autolesionismo. I ragazzi spesso cercano di risolvere la cosa da soli – finché il vaso non trabocca”, sostiene Kaess.