Le vendite per il 2021 sono positive, nell'export dell'oro bianco svizzero, particolare successo lo ha quello a pasta dura. I mercati: Germania, Italia e Usa
Le esportazioni di formaggio svizzero hanno avuto un andamento positivo nel primo semestre del 2021. Le tonnellate vendute all'estero sono state 37'408, ovvero l'8,1% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
In tutte le categorie di prodotti, a eccezione del formaggio fuso, l'export è cresciuto, indica tramite un comunicato odierno il Servizio di informazione agricola (Landwirtschaftliche Informationsdienst, Lid). I più esportati rimangono i formaggi a pasta dura, che però hanno vissuto un incremento contenuto (+1,2 per cento).
Diverso il discorso per quelli a pasta molle, per cui l'aumento è stato del 29% a 59,6 tonnellate. Si tratta della progressione maggiore in termini percentuali, mentre in termini di volume (+1'316 tonnellate), la crescita più accentuata è quella dei formaggi semiduri.
Passando ai singoli prodotti, il formaggio svizzero più apprezzato all'estero è nettamente il Gruyère. Le esportazioni di questa tipica specialità elvetica sono salite dell'8,1% a 6'377,6 tonnellate.
Secondo il Lid, il mercato più importante è stato quello tedesco (15'475 tonnellate), davanti a quello italiano (5'839). In generale, l'83% del formaggio finisce in altri Paesi europei, mentre al di fuori dei confini continentali a fare la parte del leone sono gli Stati Uniti e le loro 1'978 tonnellate acquistate.