Svizzera

Disaccordo in Parlamento sull’abolizione dei dazi industriali

Il Consiglio degli Stati è favorevole, il Nazionale contrario. Previste centinaia di milioni di franchi di introiti in meno.

(Keystone)
2 dicembre 2020
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Berna – Automobili, elettrodomestici, vestiti e altri articoli importati potrebbero presto costare di meno in Svizzera. Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi (28 voti a 14) l'abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali. Il condizionale rimane però d'obbligo: il Consiglio nazionale ha infatti già fatto sapere di non volere tale riforma.

Attualmente i prezzi praticati in Svizzera sono in media del 30% superiori a quelli dei nostri vicini. Per contrastare il fenomeno dei prezzi alti, il governo ha così proposto la soppressione unilaterale di tutti i dazi industriali, seguendo l'esempio di altri Paesi come l'Islanda, il Canada, la Nuova Zelanda e la Norvegia.

La riforma, effettuata tramite una revisione della Legge sulla tariffa delle dogane, ha tre obiettivi principali. Il primo è diminuire i prezzi dei prodotti importati per le imprese, ma anche per i consumatori. Oggi vengono infatti ancora pagati dazi sulle importazioni di vari beni di consumo quali ad esempio automobili, biciclette, prodotti per la cura del corpo, elettrodomestici e capi d'abbigliamento. Il secondo obiettivo è ridurre l'onere burocratico per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese, ha spiegato Ruedi Noser (Plr/Zh) a nome della commissione. La revisione legislativa permetterà infine di rafforzare la competitività della piazza economica svizzera.

Mezzo miliardi di franchi in meno nelle casse dello Stato

Con l'abolizione dei dazi la Confederazione dovrà fare i conti con una diminuzione degli introiti di svariate centinaia di milioni di franchi: nel 2018 i proventi doganali realizzati con i dazi industriali ammontavano ad esempio a 560 milioni di franchi, pari allo 0,7% delle entrate.

In giugno il Consiglio nazionale aveva invece bocciato il progetto, respingendo l'entrata in materia con 108 voti contro 83 e 4 astenuti. Diversi i motivi che avevano spinto la Camera del popolo ad affossare la riforma, non da ultimo la necessità di non privare l'erario di importanti introiti in un momento di crisi come quello attuale.

Una misura di dubbia efficacia

Era anche stata messa in dubbio l'efficacia della misura: negli anni '90, quando erano stati ridotti i dazi sui prodotti agricoli, i consumatori non ne approfittarono, era stato sottolineato. Le riduzioni dei dazi rischierebbero dunque di accrescere i margini di guadagno delle imprese. Ci sarebbe inoltre un notevole aumento della pressione sui dazi agricoli. La soppressione unilaterale dei dazi sui prodotti industriali indebolirebbe anche il potere negoziale della Svizzera nelle trattative per nuovi accordi di libero scambio, come ha ricordato oggi anche Christian Levrat (Ps/Fr).

Il friburghese ha poi fatto notare che le imprese hanno già beneficiato di sgravi fiscali per due miliardi nell'ambito della Riforma fiscale e finanziamento dell'Avs (Rffa). Sarebbe ora il momento di pensare a sgravi per le persone fisiche, ha aggiunto.

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