Svizzera

Ristoranti, Berna conferma: non obbligatorio dare i propri dati

Sarà comunque caldamente consigliato 'qualora il personale di servizio si ammalasse in seguito'. Verso un allentamento nelle case anziani. Ecco le misure

Alain Berset (Keystone)
8 maggio 2020
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Non sarà obbligatorio dare i propri dati prima di poter consumare una bibita al bar oppure un pasto al ristorante. Lo conferma oggi in Consiglio federale, avallando di fatto le regole cui gli esercenti dovranno attenersi a partire da lunedì per poter riaprire. I clienti vengono tuttavia invitati caldamente a lasciare i propri contatti ('almeno un riferimento per tavolo') in modo da poter essere rintracciati qualora qualcuno del personale di servizio si ammalasse. Il tracciamento ci accompagnerà a lungo, finché non arriverà un vaccino. È nell'interesse di tutti, soprattutto dei clienti:  "Durante il servizio, la distanza minima di 2 metri viene regolarmente infranta ed è dunque possibile la trasmissione del virus. È quindi nell’interesse dei clienti lasciare i propri dati di contatto", ha spiegato Daniel Koch durante la conferenza stampa. "Il Consiglio federale ha evitato di imporre divieti, ed esempio non c’è mai stato l'obbligo di portare le mascherine in Svizzera, sono appelli che lanciamo per risvegliare la responsabilità delle persone" ha ribadito il  ministro della sanità Alain Berset. La situazione, ha sottolineato il ministro, evolve favorevolmente, da lunedì entriamo in una nuova fase, sarà un passo importante: "Dobbiamo rimanere cauti ma pragmatici. Sappiamo come comportarsi in questa situazione. Il virus è sempre presente, ma non è solo il virus che decide, lo fa il comportamento delle persone".

Per bar e ristoranti valgono le stesse misure.

Le disposizioni: famiglie significa genitori con figli che vivono nella stessa casa

Fondamentali saranno, come noto, le distanze: 2 metri da spalla a spalla e da schiena a schiena, a meno che non vi siano dei divisori in grado di offrire protezione contro eventuali contagi. Non sarà necessario invece mantenere le distanze dai propri commensali: al massimo 4 persone per chi non appartiene alla stessa famiglia. Per la nozione di famiglia non vengono definiti numeri massimi o età, ma si intende genitori con figli e tutte le persone devono vivere nella stessa casa. 

I gruppi di 4 persone al massimo, inoltre, dovranno presentarsi al ristorante assieme. Come detto, non saranno comunque costretti a fornire i loro dati di contatto ai ristoratori. "La comunicazione volontaria dei dati di contatto è importante per garantire il tracciamento nel caso in cui una delle persone addette al servizio si ammali. I clienti hanno la possibilità di fornire nome, cognome e numero di telefono per essere contattati dal servizio medico cantonale in caso di necessità", si legge nella serie di domande e risposte allestite dal Consiglio federale. La protezione dei dati è garantita dalla relativa dalla legge federale.

Quando la distanza 2 due metri viene regolarmente infranta, è consigliato, ma non è obbligatorio, indossare le mascherine. 

Tutti seduti al bar, niente freccette, biliardi, slot machine 

Nei bar non sarà possibile rimanere in piedi e – in linea di principio – biliardi, freccette, piste da bowling, slot machine, karaoke e altri svaghi simili non saranno ammessi. Unice eccezioni le offerte che rientrano nell'ambito dello sport.

«È un momento che abbiamo atteso tutti da tempo», ha rilevato il consigliere federale Alain Berset, facendo notare come la situazione odierna «è ben diversa rispetto a quella di marzo o febbraio: i casi sono in diminuzione e possiamo quindi guardare avanti con più ottimismo. Tuttavia è importante essere prudenti e pragmatici e mantenere le misure di distanza e igiene».

Verso un allentamento per le visite nelle case anziani 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il ministro Berset ha detto che sono in fase di analisi misure di allentamento per le visite nelle case anziani, ne sapremo di più nei prossimi giorni, forse lunedi, ma la competenza finale, ha detto il ministro, spetta ai Cantoni.  

Basi legali per la nuova app

Nella sua seduta odierna, l'esecutivo ha anche preso atto del parere del Parlamento, avvenuto nella sessione straordinaria a inizio settimana, secondo cui una app per smartphone per il tracciamento di prossimità potrà essere introdotta solo dopo la creazione delle relative basi legali.

Per questo motivo, il governo ha deciso oggi di integrare le modifiche necessarie all'interno della legge sulle epidemie, il cui relativo messaggio sarà licenziato entro il 20 maggio in modo che le Camere federali possano discuterne già durante la sessione estiva di giugno.

Nel frattempo, l'applicazione - sviluppata, fra gli altri, dai Politecnici federali di Zurigo e di Losanna - sarà sottoposta a un approfondito test in una fase pilota. Per questa fase, sarà emanata un'ordinanza di durata limitata.

La app, il cui uso sarà facoltativo, permetterà di avvertire rapidamente gli utenti suscettibili di essere stati contagiati e di arginare la diffusione del coronavirus. La privacy viene garantita: l'applicazione non utilizza dati personali né informazioni sulla posizione e i dati registrati saranno cancellati dopo 21 giorni.

Allentamento delle limitazioni alle frontiere

Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha anche precisato le modalità della riapertura parziale delle frontiere. Priorità sarà data alle domande dei lavoratori provenienti dall'UE/AELS e dai Paesi terzi presentate già prima dell'emergenza coronavirus.

Sarà permessa l'entrata in Svizzera anche agli stagionali che da anni sono impiegati dallo stesso datore di lavoro con un contratto a tempo determinato. Previste anche eccezioni per attività lucrative di breve durata improrogabili a causa di un interesse economico cogente.

Le nuove disposizioni sulle frontiere permetteranno anche il ricongiungimento famigliare per i cittadini svizzeri e per quelli dell'UE/AELS. Prevista anche la riapertura di ulteriori valichi di frontiera. I controlli rimarranno in ogni caso in vigore.

Per gli asili nido liberati 65 milioni

Sempre in ossequio alle decisioni prese alcuni giorni fa dal Parlamento, il Consiglio federale ha liberato 65 milioni di franchi per le istituzioni di custodia complementare alla famiglia che in seguito alla crisi hanno subito perdite di guadagno. Da notare che il governo era contrario a tale sostegno ritenendo che questo compito sia di esclusiva competenza cantonale.

L'esecutivo promette ora una ordinanza d'applicazione entro il 20 maggio. La Confederazione si farà carico di un terzo dei costi dei Cantoni per la compensazione dei contributi non più versati dai genitori. Le basi legali resteranno in vigore per sei mesi con effetto retroattivo al 17 marzo 2020.

ALLEGATI
Domande e risposte per gli esercenti (e per chi vuole sapere cosa deve fare per andare al ristorante)
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