Svizzera

Coronavirus, da Berna 400 milioni per l'aiuto internazionale

Prestito senza interessi di 200 milioni alla Croce Rossa, 25 milioni al Fondo monetario e 175 milioni per altre organizzazioni. 'È nel nostro interesse'

Ignazio Cassis (Keystone)
30 aprile 2020
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Al massimo quattrocento milioni per aiutare a mitigare le ripercussioni della pandemia da coronavirus a livello globale. E in particolare nei paesi in via di sviluppo, nel tentativo di contenere la diffusione del virus e attenuare le conseguenze economiche. Li ha messi sul piatto il Consiglio federale, rispondendo così agli appelli di aiuto lanciati dall'Onu, dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e altre organizzazioni. Su 225 milioni decideranno già durante la sessione estiva le Camere federali.

La decisione – presa ieri assieme a quelle che riguardano l'allentamento del lockdown economico, alla diminuzione delle restrizioni d'entrata in Svizzera e alle prime misure dedicate allo sport – è comunicata oggi dal responsabile del Dipartimento affari esteri Ignazio Cassis. Duecento milioni serviranno quale prestito senza interessi al Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), 25 milioni di franchi andranno invece ad alimentare un conto del Fondo monetario internazionale dedicato al contenimento degli effetti delle catastrofi (Catastrophe Containment and Relief Trust). «Il prestito permetterà al Cicr di aiutare i più bisognosi in 80 paesi. Questo aiuto si inserisce nella tradizione umanitaria della Svizzera, che è il nostro biglietto da visita». Il credito, assieme a quello per l'Fmi, dovranno ora essere approvati dal Parlamento.

Al massimo altri 175 milioni saranno messi a disposizione di diverse organizzazioni attive sul piano globale. Il governo deciderà la loro allocazione nel corso del mese di maggio.

Non solo denaro 'contante', ma anche materiale

«Concretamente, a volte, si tratta di fornire anche solo dei beni: lo si è fatto a inizio pandemia con la Cina, mentre in Serbia abbiamo inviato tende. In Grecia abbiamo inviato materiale, sia dai nostri magazzini, sia acquistato in loco e poi messo a disposizione. In Bangladesh abbiamo aiutato finanziariamente la Croce Rossa per creare una struttura sanitaria in un campo dove sono collocate 700mila persone», ha precisato Manuel Bessler, delegato per l’aiuto umanitario e capo del corpo svizzero d'aiuto umanitario.

«Ho ricevuto molte chiamate dai miei omologhi, dal Canada (che ha chiesto tamponi, perché non ne hanno più), dal Pakistan (il quale ha domandato una proroga sui loro debiti), dalla Modavia», ha aggiunto Cassis.

'È nell'interesse della Svizzera'

«Queste decisione riguarda l'estero, ma indirettamente anche noi – ha commentato Cassis –. La pandemia di Covid-19 colpisce in modo particolarmente duro i paesi in via di sviluppo. Le restrizioni economiche dovute all’isolamento rappresentano un grave problema soprattutto per chi vive in questi paesi: se non possono lavorare, le persone più povere del mondo non riescono a sfamare le loro famiglie. Non hanno infatti contratti di lavoro regolari né beneficiano di un sistema di sicurezza sociale statale stabile che potrebbe proteggerle in caso di crisi. Il rischio di disordini sociali aumenta e anche il numero delle persone che potrebbero essere costrette ad abbandonare il proprio Paese a causa della mancanza di mezzi di sostentamento sta crescendo. È nell’interesse della Svizzera cercare di contrastare le cause di questa situazione».

«Per il consiglio federale è evidente che una sfida globale richieda una risposta globale: dobbiamo sicuramente aiutare i nostri concittadini, ma bisogna anche essere solidali con i più poveri. Ciò significa rinunciare a qualcosa per dare una mano», ha precisato il consigliere federale. «Solo in un mondo stabile ci si può davvero sentire sicuri».

"Con questa decisione l’Esecutivo risponde anche a una mozione della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale che ha chiesto un aumento di 100 milioni di franchi dei crediti per l’aiuto umanitario nel 2020", si aggiunge in una nota stampa pubblicata a margine della conferenza stampa. 

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