Svizzera

Scatta la mobilitazione dell'esercito, richieste da otto cantoni

Battaglioni d'ospedale, compagnie sanitarie e di trasporti entrano in servizio. Forniranno appoggio alle autorità civili nella lotta al coronavirus.

(Keystone)
17 marzo 2020
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È scattata lunedì sera - con i primi Sms inviati tramite Alertswiss, app destinata alle formazioni in prontezza elevata - quella che la ministra della difesa Viola Amherd ha definito come "la maggiore mobilitazione dell'esercito dalla Seconda guerra mondiale". I militi mobilitati sin qui hanno ricevuto un preavviso di uno, due o tre giorni. Circa l'80 di loro ha confermato l'entrata in servizio secondo le direttive impartite: una quota elevata, ha dichiarato il portavoce dell'esercito Daniel Reist ai microfoni della Rsi. La mobilitazione ha funzionato con successo, comunicano le forze armate.

Il Consiglio federale lunedì ha deciso di aumentare da 800 a 8mila fino al 30 giugno i militi impegnati a sostegno delle autorità civili cantonali alle prese con la pandemia di coronavirus.

Le prime truppe dispiegate - quattro battaglioni d'ospedale, quattro compagnie sanitarie e una compagnia di trasporti, per un totale di 800/900 soldati nella sola giornata di ieri; altri 1'000/1'200 si aggiungeranno giovedì - hanno il compito di sgravare la sanità pubblica sul piano del personale e appoggiarla con prestazioni logistiche. Si tratta essenzialmente di fornire prestazioni quali la cura e la sorveglianza dei pazienti, i trasporti sanitari o la logistica ospedaliera (per esempio: disinfezione dei letti, cucina, lavanderia, pulizia).

Il primo cantone ad aver ottenuto un simile sostegno la settimana scorsa è stato il Ticino, con due ambulanze militari, compresi il personale. Lunedì si è aggiunto un battaglione entrato in servizio nella Svizzera centrale.

Oltre al servizio medico, l'esercito si occupa anche di compiti logistici, come i trasporti e la collaborazione nell'allestimento di infrastrutture improvvisate. Le forze armate sono anche attive nel settore della sicurezza. Qui hanno il compito di sgravare i corpi di polizia cantonali e appoggiare il corpo delle guardie di confine alle frontiere e negli aeroporti. 

Sul posto ci sono una cinquantina di soldati e alcuni veicoli, ha precisato ieri in una conferenza stampa a Berna il brigadiere Raynald Droz. L'impiego, ha affermato il capo di stato maggiore del Comando Operazioni, è destinato ad aumentare rapidamente in tutto il Paese. "Ci stiamo coordinando con gli organi competenti", ha indicato. In totale sono otto i cantoni che hanno chiesto l'intervento dell'esercito. Oltre al Ticino, anche Basilea Campagna, Grigioni, Neuchâtel, Turgovia, Vallese, Vaud e Berna.

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